Sono accusati di truffa, malversazione e impiego di danaro illecito. Nove sono gli indagati dell’inchiesta che ruota attorno a quello che è un presunto sistema di frodi legate a fondi pubblici nel settore della pesca e dell’acquacoltura, inchiesta che porta la firma della Guardia di Finanza di Foggia, coordinata dalla Procura Europea e condotta dal Pubblico Ministero Alberto Pioletti. Ventiquattro i capi d’accusa , 7 truffe ed un tentativo di truffa per un totale di circa 2 milioni di euro. Nell’inchiesta sono coinvolte anche alcune società cooperative del settore, tutte aventi sede legale a Manfredonia. Le indagini partirono nel 2020 a seguito di un approfondimento della Fiamme Gialle di Foggia e di Manfredonia. Le cooperative ottennero finanziamenti nazionali e comunitari per la realizzazione di nuovi impianti di acquacoltura che, per la Guardia di Finanza, non furono però realizzati. Fu proprio il tempestivo intervento delle Fiamme Gialle a bloccare l’erogazione di parte del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca, che consentì poi di avviare le procedure di recupero delle somme già erogate, ammontanti ad un milione e 400 mila euro. Sempre per quelle che sono le accuse, le cooperative avrebbero indotto in errore i funzionari regionali incaricati delle istruttorie, presentando false polizze fideiussorie, oltre a preventivi e indirizzi pec contraffatti. Per gli inquirenti i finanziamenti sarebbero poi stati reinvestiti in attività economiche e imprenditoriali in modo illecito. Quattro delle società coinvolte nell’inchiesta sono state raggiunte oltretutto da interdittive antimafia. Gli indagati rischiano ora il rinvio a giudizio.
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