È stato arrestato con l’accusa di corruzione il sindaco dimissionario di Foggia, Franco Landella, eletto nelle file di Forza Italia e passato di recente nella Lega. Il primo cittadino è finito ai domiciliari nell’ambito di un’inchiesta condotta dagli agenti della Squadra Mobile che, all’alba di questa mattina, gli hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip del Tribunale di Foggia.
Nella stessa indagine sono coinvolti anche la moglie del sindaco, Iolanda Daniela Di Donna, dipendente del Comune, raggiunta da una misura di interdizione dai pubblici uffici, i consiglieri comunali Antonio Capotosto e Dario Iacovangelo ed un imprenditore edile, Paolo Tonti, anche questi posti ai domiciliari.
Nei giorni scorsi, su sua stessa richiesta, Landella era stato ascoltato in Procura, dopo che, il 1° maggio, gli agenti avevano perquisito la sua abitazione, sequestrando due telefoni cellulari, il suo e quello della moglie. In quella occasione, i poliziotti trovarono in casa anche 7mila euro in contanti, somma che il sindaco giustificò parlando di “salvadanaio dei figli”.
In base all’ipotesi accusatoria, così come ha rivelato il procuratore capo di Foggia, Ludovico Vaccaro, questa mattina in conferenza stampa, il sindaco avrebbe intascato una tangente di circa 32mila euro dall’imprenditore Tonti per il rinnovo di una proroga di concessione urbanistica. Sempre secondo l’accusa, Landella avrebbe poi distribuito la mazzetta, con la collaborazione della moglie (che lavorava nel suo ufficio di gabinetto), ai consiglieri di maggioranza Capotosto e Iacovangelo e ad altri quattro consiglieri, per i quali non è stata richiesta alcuna misura cautelare. Questo per ottenere il loro voto favorevole alla delibera in consiglio comunale,.
Il primo cittadino è inoltre ritenuto responsabile di tentata concussione nei confronti di un altro imprenditore, operante nel settore della pubblica illuminazione. In questo caso, l’accusa ha per oggetto una richiesta di 500mila euro, poi scesa a 300mila, all’agente di una società che si occupa di riqualificazione e adeguamento degli impianti di pubblica illuminazione per il Comune di Foggia.
Tra le carte dell’inchiesta spunta anche il nome dell’ex presidente del consiglio comunale Leonardo Iaccarino, attualmente ai domiciliari dopo essere stato arrestato, il 30 aprile scorso, assieme allo stesso consigliere Capotosto, con le accuse di corruzione, tentata induzione indebita e peculato.