Non ci sono solo i pentiti tra le evoluzioni della mafia foggiana. Ma anche singolari “dissociati”, ovvero affiliati che hanno deciso di voltare pagina, cambiare vita ma senza fornire collaborazione alla giustizia. E’ il caso di Mario Clemente, 45enne condannato per mafia nel processo Decimabis, ritenuto a lungo parte integrante del clan mafioso foggiano “Sinesi-Francavilla”, dal quale ora si dichiara fuori. Un percorso criminale, il suo, fatto di arresti e legami, tra cui quelli stretti con la mafia garganica. “Voglio essere un cittadino onesto e rispettoso della legge, negli ultimi anni ho intrapreso un percorso spirituale che si è concretizzato con il mio battesimo come testimone di Geova. Il resto della mia vita lo voglio usare servendo Dio, attenendomi alle norme della Bibbia” – è la sua dichiarazione depositata nel processo d’Appello in corso a Bari contro 12 imputati condannati in primo grado dal Tribunale di Foggia a complessivi 130 anni di carcere per mafia, estorsioni e usura. Mario Clemente dunque ha deciso di prendere le distanze dal suo passato, senza tuttavia andare ad irrobustire la platea dei pentiti della mafia foggiana. Per gli investigatori, Clemente è uno degli scissionisti del clan Sinesi-Francavilla. In Decima Bis fu condannato a 11 anni di carcere per aver supportato il sodalizio mafioso nelle estorsioni ma la sua storia di arresti è lunga e conta anche possesso illegale di armi, favoreggiamento fornito al clan Francavilla per il ricercato garganico Li Bergolis e accuse di alcuni pentiti. Per uno di questi, Giuseppe Francavilla, Clemente sarebbe uno degli esecutori dell’omicidio di Rodolfo Bruno, ucciso nel 2018 e ritenuto il cassiere del clan contrapposto che fa capo allo storico boss Rocco Moretti.
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