Nessun colpevole nell’inchiesta sui cosiddetti “furbetti dei vaccini”, accusati di aver saltato la fila, ricevendo il farmaco anti Covid senza averne il diritto. La Procura di Bari ha chiesto infatti l’archiviazione per 48 indagati, in quanto dalle carte dei pm è emersa l’infondatezza delle accuse.
Tra le persone coinvolte nell’inchiesta figurano alcuni imprenditori baresi e poi 34 tra dipendenti di studi medici, farmacisti e impiegati di aziende che hanno rapporti professionali con gli ospedali.
Agli indagati erano contestati i reati di false dichiarazioni sull’identità, truffa aggravata ai danni del Sistema Sanitario Nazionale e falso ideologico.
La gran parte di loro sono stati vaccinati nel gennaio del 2021, quando le somministrazioni del siero contro il Coronavirus erano riservate al personale sanitario ospedaliero e agli anziani ospiti delle RSA.
Dalle indagini è emerso che tutti sono stati contattati dalla Asl o da associazioni di categoria per sottoporsi al vaccino. Questo sulla base di un’interpretazione delle circolari regionali che ha permesso di estendere le somministrazioni anche alle persone in contatto con gli ambienti sanitari, come nel caso di imprenditori di aziende che lavoravano alla manutenzione dei reparti ospedalieri.
Dunque, in base a quanto scoperto nell’inchiesta, i presunti favori per gli indagati sarebbero stati frutto non delle loro posizioni di potere, ma da una precisa scelta della ASL, scaturita da una interpretazione che – fa notare la Procura – “non trova tuttavia nessun riscontro nelle norme e nelle direttive nazionali”. Una “tirata d’orecchi” per l’Azienda Sanitaria da parte dei magistrati baresi, che tuttavia hanno deciso di chiedere l’archiviazione per gli indagati, favoriti sì ma senza aver commesso nessun reato.