Resta in carcere Ibrahim Rudi, il 21enne di origini albanesi che all’alba del 10 agosto scorso ha esploso 18 colpi di arma automatica nel centro di Gallipoli, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, mosso dalla gelosia nei confronti della sua ex ragazza che, in quel momento si trovava nella città salentina con la sorella e con altri amici. Lo ha deciso il gip di Lecce, Marcello Rizzo, nell’udienza di convalida del fermo svoltasi ieri. Il giovane ha confermato quanto detto nel corso dell’interrogatorio tenutosi il 10 agosto. Il ragazzo, sentito dopo essere stato rintracciato dai carabinieri, aveva affermando di non avere sparato con l’intenzione di colpire il gruppo di giovani tra i quali si trovava la sua ex fidanzata.
Ibrahim Rudi risponde di tentato omicidio plurimo aggravato, detenzione e porto illegale di arma. Il difensore dell’indagato ha annunciato ricorso al Tribunale del riesame contro la decisione del gip. Dopo avere sparato, il 21enne era scappato in auto insieme a due suoi amici, a loro volta poi denunciati a piede libero per favoreggiamento. I tre hanno raggiunto Villa Convento, borgo dell’hinterland leccese, dove si sono liberati degli abiti, bruciandoli, nel tentativo di inquinare le prove. I carabinieri della compagnia di Gallipoli hanno rintracciato i tre dopo che questi ultimi avevano abbandonato l’auto cercando di dileguarsi a piedi. Per il giudice, il fermo è stato eseguito legittimamente, dal momento che l’indagato, dopo il fatto, si era reso irreperibile e che, quindi, il pericolo di fuga sarebbe fondato. Secondo il gip, inoltre, esistono “gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati contestati”, oltre al fatto che le affermazioni del 21enne circa l’intenzione di non uccidere o ferire nessuno, contrasterebbero con quanto si evince dalle immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza presenti nella zona della sparatoria.