L’appalto da 9,5 milioni per la realizzazione dell’ospedale Covid della Fiera del Levante sarebbe stato pilotato. E’ quanto contesta la Procura di Bari a 10 persone, tra cui l’ex capo della Protezione civile, Mario Lerario e l’ex responsabile del procedimento, Antonio Mercurio, ai quali è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini firmato dal procuratore Roberto Rossi. L’inchiesta ha riguardato anche altre 250 procedure ad evidenza pubblica per un valore di circa 100 milioni di euro. Per quanto riguarda l’ospedale Covid, secondo la Procura Lerario e Mercurio avrebbero “condizionato di fatto la scelta del contraente con mezzi fraudolenti”, non dando praticamente alcuna rilevanza all’offerta economica ma attribuendo un punteggio significativo alla sola offerta tecnica, per sua natura squisitamente discrezionale. Ma non solo: anche i punteggi relativi all’offerta tecnica, secondo la Guardia di Finanza, sarebbero stati attribuiti in maniera del tutto anomala ed irragionevole. Per questo motivo insieme a Mercurio e Lerario è indagato anche un componente della commissione di gara, Felice Spaccavento di Bisceglie. L’appalto, attribuito alla Cobar di Altamura, ha poi visto lievitare la spesa da 9,5 a oltre 23 milioni di euro. Dall’inchiesta sono emersi altri episodi di corruzione e turbativa d’asta a carico degli indagati. Sarebbe stato truccato l’appalto per la fornitura di arredi e attrezzature alla sala mensa del consiglio regionale: ancora prima di ricevere la lettera di invito tramite il portale Empulia, un imprenditore locale si sarebbe attivato presso i suoi fornitori elaborando il progetto relativo alla sala mensa. Lo stesso imprenditore si sarebbe poi premurato di non far partecipare alla gara i concorrenti che avrebbero potuto presentare un’offerta adeguata. Turbata anche la procedura per la realizzazione di aiuole ornamentali presso la Regione Puglia: un’impresa individuale avrebbe iniziato le opere ancor prima dell’aggiudicazione della gara. Sotto la lente d’ingrandimento della Procura anche i lavori di somma urgenza eseguiti alla scuola Fermi-Nervi-Cassandro di Barletta. Lerario avrebbe originariamente ordinato alla Tancredi Restauri Srl opere per 193mila euro salvo poi procedere all’affidamento diretto di lavori ben più consistenti per un importo di quasi 4 milioni di euro (cifra che avrebbe richiesto una procedura negoziata di gara e l’invito di almeno 15 operatori economici). In cambio di tale favore, secondo la Procura, Lerario avrebbe ricevuto dal gestore della Tancredi Srl lavori di ristrutturazione ad un immobile di proprietà situato ad Acquaviva delle Fonti a prezzo di costo, di gran lunga inferiore a quelli di mercato. Contestata infine dalla Procura, la sottoscrizione di atti dirigenziali relativi alla liquidazione di importi non dovuti per il pagamento della fornitura di un container, adibito a sala controllo e preparazione per TAC, destinato all’ospedale Covid in Fiera, ma di fatto mai consegnato.