Da giorni la città di Bitonto è al centro della cronaca. Dopo l’operazione di inizio settimana che ha portato all’arresto di 43 persone per traffico di droga e il sequestro di beni per 300mila euro al boss Domenico Conte, eseguito nella giornata di ieri, arrivano condanne definitive, con contestuali ordini di carcerazione, per 9 persone che hanno dato vita a cruenti scontri tra clan rivali e che per anni si sono contesi il controllo del territorio per lo spaccio di stupefacenti.
Quattro condanne sono riferite ai primi contrasti sviluppatisi all’interno della criminalità bitontina tra l’estate e l’autunno del 2015. Si era da poco concretizzata la scissione all’interno del gruppo Conte con il passaggio di alcuni elementi nelle fila dell’avverso gruppo Dicataldo e in città si registrarono diverse sparatorie. Il “botta e risposta” tra i due clan ebbe il suo culmine nella serata del 18 ottobre 2015, quando dei killer armati tentarono di assassinare Vitantonio Tarullo (poi diventato collaboratore di Giustizia), rintracciato a pochi metri dal Luna Park allestito per la festa patronale dei Santi Medici: nei suoi confronti vennero esplosi numerosi colpi di pistola, scatenando il panico tra i presenti.
Le altre cinque condanne sono riferite, invece, all’efferato omicidio di Anna Rosa Tarantino, vittima innocente di mafia, uccisa da proiettili vaganti il 30 dicembre 2017. Il fatto di sangue è stato inquadrato dagli inquirenti nella guerra tra i clan Conte e Cipriano che si contendevano le piazze di spaccio bitontine. Le pene inflitte ai 9 responsabili, oscillano dai 20 anni per il tentato omicidio e la detenzione di armi, ai 2 anni per le minacce, tutti episodi aggravati dal metodo mafioso.