I rifiuti pericolosi del Molise venivano bruciati nella centrale biomasse di Foggia. E’ uno dei particolari più inquietanti che emergono dall’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Campobasso, che conta 45 indagati, tra cui 13 della provincia di Foggia. I primi otto rispondono a vario titolo, di estorsione, tentata estorsione e reati in materia di stupefacenti. I restanti di turbativa d’asta. Accusa di false fatturazioni per un 52enne di Apricena. Ma è il traffico dei rifiuti ad essere diventato il fulcro dell’indagine, che vede tra gli indagati, con l’accusa di corruzione anche il governatore del Molise, Francesco Roberti. Una tentata estorsione con metodo mafioso contestata ad un 53enne di San Nicandro Garganico, Tommaso Martino, ha dato il via all’inchiesta. Intercettazioni a cascata hanno poi allargato il giro al traffico di rifiuti. Indagine che spiegherebbe i collegamenti tra la criminalità organizzata foggiana e il Molise : l’ipotesi accusatoria è che un gruppo di imprese, riconducibili alla società Energia Pulita, avrebbe incrementato i propri fatturati ricevendo favori in cambio di mazzette, coinvolgendo una serie di società della provincia di Foggia che operano nella raccolta dei rifiuti. In più Energia Pulita avrebbe conferito nella centrale a biomasse di Foggia rifiuti contenenti sostanze tossiche. Intanto nei giorni scorsi sono stati notificati agli indagati gli avvisi di conclusione delle indagini.