La droga veniva acquistata con i bitcoin dalla California e spedita in Puglia, a Monopoli, in pacchi postali. Poi veniva smistata sul territorio italiano attraverso consegne organizzate su canali Telegram. E’ la scoperta della Guardia di Finanza che ha arrestato un 22enne di Monopoli per il reato di traffico di sostanze stupefacenti. Le fiamme gialle hanno anche eseguito un sequestro di circa 80mila euro, soldi derivanti dall’attività illecita. Secondo quanto emerso dalle indagini, l’arrestato aveva individuato da molto tempo negli Stati Uniti un canale di approvvigionamento della droga (in particolare marijuana) e che faceva capo ad una società della California attiva nel commercio dei ricambi per le moto. Un contatto che l’indagato avrebbe conosciuto durante un breve viaggio tra Los Angeles e Las Vegas. I pacchi con all’interno gli stupefacenti partivano dagli USA e giungevano ad una persona vicina al 22enne di Monopoli, ma all’oscuro di tutto. L’indirizzo indicato per la consegna, infatti, era falso. Il corriere contattava il numero telefonico riportato nelle informazioni di tracciamento e si accordava con l’indagato su un luogo di consegna improvvisato al momento. Una volta ricevuta la merce, questa veniva smistata attraverso corrieri italiani in base agli accordi fatti coi clienti su Telegram. L’indagine è partita dopo l’arresto in flagranza del giovane nel marzo 2024, quando venne sorpreso dopo aver ricevuto un pacco con circa 4,4 chili di marijuana. Inoltre aveva con sé oltre 11mila euro in contanti. In quella circostanza riferì di essere solo un intermediario di un utente conosciuto su Telegram, che gli aveva chiesto di spedirgli quel pacco e di tenerne un po’ per uso personale. Quanto al denaro, disse di aver vinto in scommesse, con tanto di ricevute per dimostrare la sua tesi. Per questo motivo non venne sottoposto a misura cautelare. Gli accertamenti successivi hanno rivelato un’altra verità. Il 22enne, inoltre, nonostante ufficialmente fosse solo uno studente universitario con un impiego da aiuto cuoco e 9mila euro di reddito dichiarati, poteva contare su oltre 110mila euro sparsi in varie carte in suo possesso, compresi conti stranieri. Alcuni centri scommesse lo avrebbero aiutato a ripulire quei soldi.