“Andria continua a rappresentare uno strategico crocevia per lo smistamento sul territorio nazionale di ingenti quantitativi di stupefacente”. E’ una delle conclusioni a cui giunge la consueta relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia relativa al semestre gennaio-giugno 2023 e pubblicata in queste ore. Sempre più attenzione è quella dedicata al contesto criminale della BAT che si caratterizza per la “coesistenza di clan storici sopravvissuti nel tempo e di gruppi criminali emergenti, animati da forte ambizione di potere, che subiscono le influenze esterne dei grandi sodalizi foggiani e baresi”. La crescita, anche economica, di molti sodalizi, sarebbe legata proprio alle proficue sinergie con i gruppi di altre province. La forza dei gruppi criminali nella BAT è data dalle più diversificate attività illecite a partire dai reati predatori per arrivare alle estorsioni, all’usura, alla contraffazione, al contrabbando, allo spaccio ed al traffico di stupefacenti, nonché al riciclaggio di capitali illeciti, autoriciclaggio, reimpiego di proventi illeciti e intestazione fittizia di beni. Si registra una diminuzione di assalti ai portavalori e rapine agli autotrasportatori nel semestre anche se sono tornati prepotentemente in voga i sequestri lampo di imprenditori come accadeva già negli anni ’90. In ascesa anche i reati ai danni del settore agricolo che, si legge nella relazione, “rappresenta un vero e proprio terreno di incontro e sintesi tra criminalità comune ed organizzata”.
Particolare attenzione è stata posta in questo periodo proprio ad Andria con almeno sette operazioni delle forze dell’ordine segnalate nel semestre e che hanno coinvolto la città federiciana. In un semestre in cui in città non sono mancati anche gli attentati dinamitardi nei confronti di attività commerciali con indagini che anche per altri reati hanno però interessato praticamente tutti i clan che operano sul territorio andriese. Particolare attenzione nei confronti dei sequestri lampo con due operazioni dal titolo “Anonima pugliese” in cui la polizia di stato ha fermato una decina di soggetti tutti appartenenti ad un gruppo criminale che aveva tentato e programmato diversi sequestri ai danni di imprenditori facoltosi del territorio. In particolare l’operazione ha inciso sul clan Lapenna importante frangia del clan d’origine Pastore-Campanale. Non sono mancate le confische ed i sequestri preventivi oltre alla conclusione del cerchio nei confronti del clan Pistillo-Pesce con un’operazione che ha portato all’arresto di 20 persone e di cui è in corso di svolgimento il processo con rito abbreviato. Arresti anche per le rapine agli autotrasportatori. Un paio di operazioni su Barletta con la riorganizzazione di sodalizi autoctoni come gli Straniero-Sarcina ma anche i Cannito-Lattanzio. Mentre un focus particolare è stato posto su Trinitapoli con almeno tre operazioni di carabinieri e polizia di stato contro il clan De Rosa-Miccoli-Buonarota anche per bloccare la faida in corso con l’atro clan operante nel territorio e cioè i Gallone-Carbone. Nella cittadina ofantina, negli ultimi anni, diversi gli omicidi che hanno caratterizzato una sanguinosa guerra di mala certificata anche dalle sentenze di condanna arrivate nel corso del tempo. Anche a Trani e Bisceglie diverse operazioni hanno evidenziato la forte influenza dei clan baresi, in particolare i Capriati, sul fiorente mercato dello spaccio di stupefacenti.
Nel frattempo in Puglia lo scenario mafioso è costituito da una varietà di organizzazioni criminali, “per lo più autonome, caratterizzate da un accentuato dinamismo, tradizionalmente distinto in tre fattispecie mafiose: camorra barese, mafie foggiane e Sacra Corona unita”.