Cronaca

Il giallo della morte di Caterina Capuano a Barletta: dopo 24 anni una possibile svolta

Caterina Capuano aveva 29 anni quando è stata trovata senza vita, con il corpo dilaniato, in via Vecchia Minervino a Barletta. Era il 16 settembre del 1999. Un femminicidio le cui indagini non hanno mai portato all’individuazione di uno o più colpevoli, ma ora le cose potrebbero cambiare. Si fa strada infatti la possibilità di una nuova consulenza tecnica di comparazione dopo quasi 24 anni di ombre e misteri. Si tratta della tecnica chiamata Next generation sequency (Ngs) che consente l’estrazione del Dna mitocondriale e che potrebbe dare un volto a chi ha straziato il corpo della vittima che fu trovata riversa sull’asfalto con il cranio fracassato, il busto lacerato da diverse coltellate e il collo livido per un probabile tentativo di strangolamento. La tipizzazione del Dna è solitamente impiegata nell’analisi forense quando accadono disastri – come terremoti o incidenti aerei – e scruta campioni anche in non perfetto stato di conservazione. La Procura della Repubblica di Trani ne sta valutando l’utilizzo rispondendo alla richiesta di giustizia da parte della famiglia della 29enne barlettana dopo che le inchieste aperte dalla magistratura e che si sono poggiate su numerosi faldoni pieni di verbali, ricostruzioni, nomi e ipotesi di reato, sono state archiviate. La Next generation sequency, tecnica che non esisteva 24 anni fa, potrebbe dunque dare nuovo impulso per giungere alla verità e trovare i responsabili di un femminicidio che sconvolse la comunità di Barletta, senza mai trovare colpevoli.

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