Le immagini registrate da alcune telecamere di sicurezza non lasciano spazio a dubbi: è certamente di natura dolosa l’incendio che, sabato sera, ha distrutto l’auto dell’ex sindaco di Trinitapoli, Emanuele Losapio.
La vettura, una Nissan Quasquai, è stata data alle fiamme intorno alle 21.30. Era parcheggiata in Piazza Santo Stefano, a due passi da uno dei luoghi simbolo della lotta alla criminalità, nel comune casalino. Quell’Anfiteatro della Legalità, dove tuttora campeggia un grande murales raffigurante i volti di quattro vittime di mafia: i magistrati Falcone e Borsellino, il generale Dalla Chiesa e il giornalista Giancarlo Siani, fatto realizzare nel luglio 2021 proprio dall’amministrazione Losapio.
Il rogo ha completamente carbonizzato la vettura dell’ex primo cittadino e provocato danni ad una seconda auto, parcheggiata nelle immediate vicinanze. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri, che hanno avviato le indagini sull’accaduto.
Acquisiti i video registrati da alcune telecamere di sorveglianza installate nella zona. Una di queste avrebbe immortalato un uomo nell’atto di cospargere liquido infiammabile sulla vettura, per poi appiccare le fiamme. Un filmato che solidifica l’ipotesi, già concreta, dell’atto intimidatorio nei confronti dell’ex sindaco che, già in passato, in particolare nel settembre scorso, avrebbe ricevuto minacce a seguito dello sgombero di alcuni alloggi popolari occupati abusivamente.
Inoltre, un episodio del tutto simile a quello di sabato sera si era verificato anche mercoledì scorso, quando ad essere data alle fiamme era stata invece la macchina dell’ex presidente del consiglio comunale.
Scosso per l’accaduto Emanuele Losapio, decaduto dalla carica di primo cittadino dopo lo scioglimento del Comune, deliberato nel marzo 2022 dal Consiglio dei Ministri, per “condizionamenti da parte della criminalità organizzata”.
“Spero si faccia subito luce sulla vicenda”, ha dichiarato Losapio. “Quello che mi è capitato è un episodio triste e vigliacco. La mia è una vicenda assurda, avendo avuto gli stessi problemi di un sindaco in carica ma senza nessuna tutela”. Una situazione che, per molti versi, avrebbe del paradossale, con un primo cittadino decaduto per contatti con la malavita locale – secondo la relazione della Commissione di accesso agli atti nominata dal Prefetto – e poi rimasto egli stesso vittima della criminalità.
“Ho sempre denunciato e continuerà a farlo, nel segno della legalità – ha commentato Losapio. “Ho fiducia nella giustizia e a breve romperò il silenzio per chiarire diversi aspetti di quanto successo in questi mesi”.