La Procura di Taranto ha aperto un fascicolo d’inchiesta sull’incendio di lunedì scorso della palazzina a Taranto, in cui ha perso la vita l’83enne Rosalia Mistretta, morta carbonizzata. Sono due le ipotesi di reato, incendio colposo e omicidio colposo, su cui il pm Mariano Buccoliero sta lavorando per definire eventuali responsabilità. L’incendio ha incenerito un attico di 400 metri quadrati. Il fascicolo, al momento, è a carico di ignoti in attesa che siano portati a termine tutti gli accertamenti avviati dai vigili del fuoco.
La causa delle fiamme, che in brevissimo tempo si sono propagate nell’abitazione al nono piano e con otto balconi su piazza Carmine e via D’Aquino, è quasi sicuramente da attribuire a un corto circuito che ha trasformato in fuoco le scintille di una stufa elettrica posizionata accanto alla donna addormentata su una poltrona. L’incendio sarebbe stato agevolato dalla moquette, dalle tende e dall’arredo in legno, deformando le strutture delle porte, tanto che la figlia della signora che abita al piano di sotto non è riuscita a entrare nell’appartamento della madre, nel tentativo estremo di portarle aiuto.
Il pm, intanto, ha posto sotto sequestro il palazzo per verificare se i danni riportati non abbiano compromesso le strutture portanti mentre è accertato che siano seriamente danneggiati i solai dell’attico. I residenti dei palazzi adiacenti sono già rientrati nelle loro abitazioni. Non così gli abitanti dell’edificio colpito dall’incendio che per due notti consecutive hanno dovuto trovare sistemazioni alternative.