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Cronaca

La mano dell’uomo dietro lo spaventoso incendio divampato a Vieste: spunta la pista dolosa

Potrebbe esserci la mano dell’uomo dietro il pauroso incendio divampato, ieri mattina, nella zona di Baia San Felice, a Vieste. Una pista più che concreta, secondo la Procura di Foggia che, presto, potrebbe aprire un fascicolo d’inchiesta per fare luce sulle cause del rogo. Il reato ipotizzato è di incendio doloso a carico di ignoti.

I Carabinieri Forestali, nelle ultime ore, hanno effettuato alcuni sopralluoghi nella zona interessata dalle fiamme e consegneranno alla magistratura l’informativa sulle prime indagini.

Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti, quella che il rogo sia partito da un campeggio abbandonato, che si trova a pochi chilometri dalla città garganica e potrebbe essere stato appiccato da qualcuno.

Intanto la situazione sta tornando lentamente alla normalità. Si sono concluse le operazioni di spegnimento da parte dei Vigili del Fuoco, intervenuti assieme agli operatori dell’Arif, Protezione Civile e volontari. Sono in corso gli ultimissimi controlli per verificare la presenza di piccoli focolai e bonificare l’area.

Allarme rientrato, dopo che a lungo si era temuto il peggio, quando le fiamme avevano lambito, ieri mattina, un campeggio della zona, facendo scattare il piano di evacuazione.  

Rientrati nelle strutture turistiche anche i circa duemila turisti che, ieri pomeriggio, erano stati costretti a lasciare tre grandi alberghi per ragioni di sicurezza. Alcuni di loro sono stati ospitati, la notte scorsa, nelle palestre di due istituti scolastici di Vieste, allestite dall’amministrazione comunale. I villeggianti potranno proseguire regolarmente la loro vacanza.

È partita intanto la conta dei danni al patrimonio naturalistico del territorio, con il fuoco che avrebbe mandato in fumo oltre duecento ettari di macchia mediterranea.

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