Tonnellate di rifiuti scaricate nelle campagne di Trinitapoli e date alle fiamme. Il fenomeno non è nuovo, denunciato più volte dalla Commissione Parlamentare Ecomafie che nelle province di Bari, Foggia e Bat ha individuato la terra dei fuochi pugliese. Siamo su quella che gli agricoltori della zona chiamano la “vecchia strada”, l’unica arteria che un tempo portava da San Ferdinando a Barletta attraverso un passaggio a livello che ora non c’è più. Qui alcune notti fa sono stati abbandonati ed incendiati rifiuti rivenienti dalla demolizione e smontaggio di veicoli. I vigili del fuoco hanno delimitato l’area con del nastro segnaletico ma la matassa dei rifiuti è rimasta al suo posto, creando non pochi disagi agli agricoltori locali che a causa della carreggiata impegnata non possono entrare con mezzi pesanti nei loro appezzamenti di terreno. Non è chiaro, in assenza di un responsabile dell’inquinamento, se sia l’Anas o altro ente gestore della strada a doversi occupare della rimozione. A poche centinaia di metri la scena si ripete, in proporzioni anche più preoccupanti. La casa cantoniera abbandonata ed utilizzata come ricovero di fortuna notturno che l’Anas ha in programma di demolire, è diventata il luogo lontano da occhi indiscreti in cui la criminalità scarica rifiuti di ogni tipologia. Montagne di parti meccaniche, pezzi di carrozzeria e in almeno un caso anche di scarti edilizi. Materiale abbandonato da camionisti che di notte raggiungono i terreni che circondano l’immobile per farne una discarica a cielo aperto. Si tratta quasi sempre di nullatenenti, persone che non hanno niente da perdere e che accettano di far sparire rifiuti nelle campagne per conto di aziende che vogliono evitare i costi di smaltimento legale. Un business criminale che dalla Campania ha investito la Puglia producendo danni ambientali ed economici enormi. Dal momento che i costi della bonifica ricadono sulla collettività, o peggio ancora, sui proprietari dei terreni.