Cronaca

Le mani dei clan su droga e pesca, scacco matto alla mafia del Gargano: 32 arresti

Rifornivano di droga le principali piazze di spaccio del Gargano. Un monopolio imposto con la forza delle armi. Ma i soldi arrivavano anche dai furti, dalle estorsioni e dalle truffe. A gestire il business criminale, l’organizzazione mafiosa smantellata, questa mattina, nel corso di un blitz eseguito dai Carabinieri nella provincia di Foggia.

32 le persone arrestate, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale del capoluogo, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo. Si tratta di elementi di spicco del clan Romito-Lombardi-Ricucci, evoluzione criminale del gruppo dei Montanari.

I provvedimenti scaturiscono da un’indagine del Ros., da cui emergono gravi indizi a carico di Matteo Lombardi e Pasquale Ricucci (quest’ultimo ucciso nel novembre 2019), due figure di spicco del clan, e di Pietro La Torre, che invece è accusato di ricoprire il ruolo di organizzatore, con funzioni di raccordo tra i vertici e le diverse articolazioni territoriali.

L’inchiesta ha permesso di fare luce sulle attività illecite del sodalizio malavitoso, che operava nei territori di Manfredonia,  Mattinata, Monte Sant’Angelo e Vieste.

Proprio il controllo della città di Vieste, alla luce della sua rilevanza strategica nel narcotraffico, era tra i principali obiettivi del gruppo, tanto da generare una feroce guerra per il dominio dello spaccio che, negli ultimi 5 anni, ha portato a più di 20 gravi fatti di sangue.

Ma l’organizzazione aveva messo le mani anche sul mercato ittico di Manfredonia, per la vendita all’ingrosso e al dettaglio di pesce, controllato attraverso due imprese, intestate a terzi, ma di fatto gestite da persone interne alla banda.  I pescatori erano costretti a consegnare il pescato, in via esclusiva, a queste società, dalle quali i veditori al dettaglio erano a loro volta obbligati ad acquistare il pesce, a prezzi stracciati.

Ma gli affari del gruppo criminale, in base a quanto emerso nel corso delle indagini, si erano estesi anche al settore agricolo, mediante attività estorsive agli imprenditori o truffe ai danni dell’INPS. Alla ristorazione, riciclando denaro di provenienza illecita e agli assalti ai portavalori messi a segno in collaborazione con altri gruppi malavitosi dislocati sul territorio.

Gli arrestati rispondono, a vario titolo, di associazione mafiosa aggravata dalla disponibilità di armi e stupefacenti, tentato omicidio, estorsioni, truffe e ricettazione.  Nel corso dell’operazione, i Carabinieri hanno anche dato esecuzione a 13 provvedimenti di sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore di quasi 7 milioni di euro.

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