Lei mani di uno dei più potenti clan di Bari sulle piazze di spaccio dei comuni a sud del capoluogo. C’erano i Capriati al vertice di un’organizzazione criminale specializzata nel traffico di sostanze stupefacenti, con ramificazioni nei territori di Castellana Grotte, Putignano, Noci, Polignano a Mare, Alberobello, Locorondo e Acquaviva delle Fonti. È quanto è stato scoperto a seguito di un’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, che ha portato all’arresto di oltre 60 persone, nel corso di una vasta operazione antidroga, eseguita dai Carabinieri all’alba di questa mattina.
43 indagati sono finiti in carcere, 17 ai domiciliari, mentre per altri 2 soggetti è stata disposta la misura dell’obbligo di dimora nel comune di residenza e di presentazione alla Polizia Giudiziaria.
L’attività investigativa trae origine dalle parole di alcuni collaboratori di giustizia circa il ruolo di Carmelo Recchia, di 47 anni, indicato come il referente del clan Capriati a Castellana Grotte.
I riscontri a tali dichiarazioni avrebbero consentito di documentare un’intensa attività di spaccio gestita dall’uomo nel comune del Barese, nonché i suoi legami con un noto pregiudicato di Putignano, dal quale il 47enne si sarebbe rifornito abitualmente di stupefacenti.
Una importante svolta alle indagini è arrivata nel gennaio 2020 a seguito della morte del referente del clan a Putignano. Un evento che avrebbe determinato un “vuoto di potere”, permettendo agli investigatori di far luce sulle attività oltre che sulla struttura piramidale dell’organizzazione, che aveva in cima la famiglia Capriati, e allo scalino immediatamente successivo un 41enne putignanese.
In base a quanto emerso dal lavoro degli inquirenti, il sodalizio criminale poteva contare inoltre su una notevole disponibilità di armi per alcuni componenti del clan operanti a Putignano. Nel corso delle indagini sono state sequestrate quattro pistole clandestine, un silenziatore e svariati chili di droga, tra eroina, hashish e cocaina.