Cronaca

L’ultimo saluto al piccolo Andrea, il bimbo di 7 anni caduto nella piscina di un parco acquatico a Gallipoli

Un lungo corteo che dal centro ha raggiunto la chiesa. La bara bianca portata in spalla. Ad attenderla, centinaia di persone, unite in un doloroso silenzio, rotto solo da un lungo e commosso applauso all’uscita del feretro. Così Depressa, frazione di Tricase, ha rivolto l’ultimo struggente saluto al piccolo Andrea Surano, il bimbo di soli 7 anni morto dopo essere caduto, domenica scorsa, nella piscina di un parco acquatico a Gallipoli.

I funerali sono stati celebrati ieri pomeriggio nella parrocchia di Sant’Antonio da Padova, dove l’intera comunità si è stretta attorno alla famiglia del bambino, originaria del posto ma che risiede a La Spezia, in Liguria.

A celebrare le esequie, il parroco locale don Michele Morello, che nell’omelia si è rivolto in particolare ai genitori di Andrea, esortandoli a trovare la forza di andare avanti, e a cercare nell’amore la cura contro il dolore li ha colpiti. Al termine della cerimonia, palloncini bianchi sono stati liberati in cielo, per accompagnare il piccolo nel suo ultimo viaggio, mentre la bara attraversava un lungo corridoio formato dalla folla.

Intanto vanno avanti le indagini per fare luce sulla vicenda, nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura di Lecce per omicidio colposo, al momento senza indagati.

Si cerca di ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. Il bimbo sarebbe sfuggito allo sguardo dei suoi genitori, cadendo in una delle vasche del parco, in un punto dove l’acqua è profonda. È stato il padre ad accorgersi di quanto accaduto, una volta visto il figlio galleggiare privo di sensi.

Dopo i primi soccorsi prestati dai bagnini della struttura e le manovre di rianimazione eseguite dal personale del 118, la corsa verso l’ospedale di Gallipoli, dove il bambino è arrivato in arresto cardiaco. I medici sono poi riusciti a ripristinare il battito ma le condizioni di Andrea si sono ulteriormente aggravate fino al tragico epilogo, tre giorni dopo, quando è stata dichiarata la morte cerebrale del bimbo. Tre giorni in cui era rimasto vivo un barlume di speranza per un lieto fine che purtroppo non è mai arrivato.

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