E’ finita dopo otto anni esatti la vicenda giudiziaria relativa ad alcuni maltrattamenti nei confronti di minori ad opera di una docente di scuola elementare ad Andria. I fatti risalgono all’anno scolastico 2014/2015. La Suprema Corte di Cassazione ha infatti condannato in via definitiva a due anni di reclusione la maestra ritenuta responsabile dei maltrattamenti dopo la denuncia dei genitori di un suo alunno. La donna fu arrestata a maggio del 2015 finendo ai domiciliari ma in primo grado il tribunale di Trani, nel 2018, aveva assolto la docente perché il “fatto non sussisteva”. Poi la riforma della sentenza in Appello con la condanna a due anni di reclusione a maggio del 2022 ed il 5 ottobre scorso la parola fine sulla vicenda ad opera della Cassazione.
Le indagini, condotte dalla Polizia, si basarano essenzialmente sulle testimonianze di genitori e bambini del plesso “Borsellino” e, soprattutto, sulle immagini di telecamere di videosorveglianza installate all’interno dell’aula dove insegnava la docente. Tre mesi di registrazioni per verificare che in realtà non si trattava di un caso isolato ma che le vessazioni riguardavano anche altri bambini della classe. La donna, oggi 60enne, aveva sempre respinto le accuse ed era comunque stata sospesa dall’insegnamento nel corso di tutto il processo di primo grado.
«Di vittoria della giustizia» parlano in una nota i genitori dei sei alunni che si sono costituiti parte civile nel corso del procedimento e che hanno comunque voluto rimarcare la «profonda delusione in coloro che avrebbero potuto intervenire per impedire i maltrattamenti, e non l’hanno fatto, come pure l’amarezza per non aver saputo interpretare da subito i piccoli segnali di malessere dei bambini che timidamente emergevano».