Centomila euro per poter continuare a realizzare l’opera, regolarmente affidata dopo la vittoria di un appalto. È questa la richiesta che sarebbe stata fatta da persone ritenute vicine alla criminalità organizzata barese, nei confronti di un imprenditore edile. In cinque sono stati arrestati, all’alba di questa mattina, nel corso di un’operazione della Polizia di Stato.
Si tratta di Vito Nicola Carmosino, Antonio Losole, Michele Emanuele Masi, Francesco Schiavone e Michele Spagnuolo. I provvedimenti cautelari sono stati firmati dal GIP del Tribunale del capoluogo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
L’indagine ha preso il via dalla denuncia della vittima, un imprenditore al quale erano stati affidati, attraverso regolare appalto, i lavori per il miglioramento della viabilità di accesso alla nuova fermata di Rete Ferroviaria Italiana di Modugno.
I fatti contestati, secondo l’accusa, hanno avuto inizio nel mese di agosto del 2024: in più occasioni gli indagati avrebbero cercato di estorcere la somma di 100mila euro alla vittima, ricorrendo a violenze e minacce. L’ultimo episodio, in base alla ricostruzione, risalirebbe al gennaio di quest’anno, quando gli indagati, per dimostrare le loro cattive intenzioni, avrebbero fatto irruzione nel cantiere, schiaffeggiando alcuni collaboratori dell’imprenditore. Gli stessi avrebbero anche cosparso di benzina un escavatore, minacciando di incendiarlo, e riferendo che sarebbero tornati il giorno successivo con un potente esplosivo, se la vittima non avesse pagato.
Fondamentali per le indagini sono state le dichiarazioni di alcuni dipendenti dell’azienda, oltre che le immagini registrate dalle telecamere di sicurezza, acquisite e analizzate dagli agenti della Squadra Mobile di Bari.
Per i cinque indagati, considerati vicini al clan Capriati, si sono aperte le porte del carcere: rispondono, a vario titolo, di tentata estorsione, aggravata dal metodo mafioso.