Ha risposto per otto ore davanti alla Gip del Tribunale di Trani, Marina Chiddo, respingendo con fermezza tutte le accuse mosse a suo carico. Un vero e proprio interrogatorio fiume, quello di ieri, per il sindaco di Molfetta Tommaso Minervini, necessario per la valutazione della richiesta di arresti domiciliari avanzata dalla Procura il 24 aprile scorso per le presunte irregolarità nell’affidamento di appalti pubblici legati alla realizzazione della nuova area mercatale ma anche ai lavori per il nuovo porto commerciale.
Assistito dagli avvocati Tommaso Poli e Mario Malcangi, Minervini ha risposto a tutte le domande nell’Aula Lovecchio del Tribunale, ribadendo in molti passaggi di non aver mai preso denaro e di aver tenuto sempre una condotta regolare. All’interrogatorio erano presenti i tre pm che stanno conducendo l’inchiesta, Francesco Tosto, Francesco Aiello e Marco Gambardella. I legali del primo cittadino di Molfetta hanno chiesto intanto che non venga applicata alcuna misura cautelare al loro assistito, in quanto non esistono gravi motivi di colpevolezza e dunque non c’è nessun pericolo di reiterazione dei reati a lui addebitati.
«Tommaso Minervini ha risposto su tutto con grande puntualità, spiegando la correttezza del suo operato, improntato esclusivamente al bene pubblico. Confidiamo nel giudice che ha mostrato estrema attenzione durante l’interrogatorio» ha commentato l’avvocato Tommaso Poli. «Il sindaco è addolorato dalle ricostruzioni mediatiche che mettono in discussione la sua onestà e la sua esperienza amministrativa» ha aggiunto Poli.
La giornata di ieri è andata avanti con gli interrogatori alla dirigente del Comune di Molfetta, Lidia De Leonardis, e al luogotenente in pensione della Guardia di Finanza, Michele Pizzo. Stamani la Gip ha proseguito con una udienza straordinaria, ascoltando gli altri indagati, vale a dire i dirigenti comunali Alessandro Binetti e Domenico Satalino, il funzionario Mario Morea, l’autista del sindaco Tommaso Messina e l’imprenditore Vito Totorizzo. Le accuse nei loro confronti sono, a vario titolo, di corruzione, turbativa d’asta, peculato e falso, per un totale di 21 capi di imputazione.



