Due persone sono state iscritte nel registro degli indagati, nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura di Bari, sulla morte del neonato trovato senza vita il 2 gennaio scorso, nella chiesa di San Giovanni Battista, nel rione Poggiofranco. Si tratta del parroco, don Antonio Ruccia, e del tecnico che, nelle scorse settimane, aveva effettuato un intervento di manutenzione alla culla termica, all’interno della quale è stato rinvenuto il piccolo. Il reato ipotizzato nel fascicolo d’inchiesta è di omicidio colposo.
Il corpo del bimbo, di appena un mese, venne scoperto dal titolare di un’agenzia funebre, che si trovava in chiesa per un funerale. Le indagini sulla vicenda, coordinate dal procuratore aggiunto Ciro Angelillis e dalla pm Angela Morea, sono affidate alla Squadra Mobile.
Compito degli inquirenti è quello di accertare i motivi del malfunzionamento del dispositivo di sicurezza collegato alla culletta che, una volta rilevata la presenza di un bambino, dovrebbe far scattare automaticamente il sistema di riscaldamento ed inviare una chiamata di emergenza al parroco. Niente di tutto questo però sarebbe accaduto.
Il sacerdote, infatti, che non era a Bari il giorno del ritrovamento, ha riferito fin da subito agli investigatori di non aver ricevuto chiamate sul suo telefonino.
A metà dicembre, forse a causa di alcuni brevi blackout che avevano interessato la chiesa, si era necessario l’intervento di un tecnico per ripristinare il guasto elettrico.
Da accertare, parallelamente, cosa abbia determinato il decesso del neonato, che potrebbe essere morto a causa del freddo oppure per altre patologie. Chiarimenti in questo senso potranno arrivare solo a seguito dell’autopsia, il cui incarico verrà conferito domani, mercoledì 8 gennaio, alle 13 al professor Biagio Solarino, dell’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari. L’esame autoptico si svolgerà subito dopo il conferimento.