Cronaca

“Non fu istigazione al suicidio”, archiviata l’inchiesta relativa alla morte della 55enne di Santeramo in Colle

Il gip del tribunale di Bari ha disposto l’archiviazione del procedimento per istigazione al suicidio in relazione alla morte dell’igienista dentale Michelle Baldassarre, la 55enne trovata carbonizzata la sera del 9 febbraio 2023 in una zona periferica di Santeramo in Colle. «Non fu istigazione al suicidio» dunque. Il gip ha condiviso la ricostruzione del pm. Dopo il decesso della donna era stata aperta una indagine per istigazione al suicidio a carico di ignoti, anche se lo stesso gip nell’ordinanza di archiviazione evidenzia che è sul marito dal quale la donna di stava separando, il 57enne Vito Leonardo Passalacqua, «che ricadevano i principali sospetti in ragione dei precedenti maltrattamenti». L’uomo infatti è stato condannato in primo grado con rito abbreviato a 7 anni di reclusione per aver maltrattato la donna e le figlie. Secondo la Procura e il giudice, però, vanno «mantenute su due piani separati le condotte maltrattanti e la fase di ideazione del suicidio scaturita da un processo di revisione critica del percorso esistenziale della donna sviluppato dopo l’interruzione del rapporto con il marito». «Gli accertamenti compiuti in corso di indagine – si legge nel decreto di archiviazione – hanno progressivamente dato corpo all’ipotesi di suicidio nonostante le modalità particolarmente cruente e atipiche». Determinanti sono stati gli accertamenti medico legali assieme alla ricostruzione dei fatti prima del giorno del ritrovamento del cadavere. La donna, secondo quanto emerso nelle indagini, «due giorni prima del decesso acquistò un quantitativo di benzina, il giorno stesso acquistò un accendino in tabaccheria, e prelevò circa 4mila euro, somma poi trovata nell’abitazione di una delle figlie e che mandò, poco prima della morte, all’utenza della sorella le coordinate geografiche corrispondenti al punto preciso del ritrovamento del corpo, senza inserire alcun messaggio».

C’è poi l’autopsia psicologica, che «ha concluso per una compatibilità degli elementi raccolti con l’ipotesi suicidiaria, evidenziando in particolare che “la ricostruzione retrospettiva dello stato mentale, della vita, dell’ambiente e della personalità” della donna, “alla luce in particolare della relazione con l’ex marito”, ha “in definitiva fatto emergere una serie di fattori di rischio”, tra i quali l’esperto ha annoverato anche il precedente tentativo di suicidio. «Nessun dato – evidenzia il gip – consente di ritenere che il marito della donna abbia posto in essere comportamenti preordinati alla realizzazione del suicidio della moglie».

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