Dopo oltre vent’anni arriva la svolta sull’omicidio di Massimiliano Cavotta, ucciso in un agguato ad Altamura l’11 ottobre 2003 nei pressi di casa. I carabinieri hanno arrestato due persone indagate in concorso per omicidio volontario premeditato, detenzione e porto di armi da fuoco aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa. Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal Giudice la sera dell’11 ottobre 2003, alle 20.30 circa, ad Altamura, Massimiliano Cavotta fu colpito a morte nel momento in cui stava rincasando in auto, insieme a sua moglie e al figlio di tre anni, i quali scamparono all’agguato riuscendo a fuggire. Un omicidio che sarebbe stato consumato da un commando composto dai due indagati che, dopo aver monitorato le abitudini della vittima, si erano nascosti nei pressi della sua abitazione attendendo il momento giusto. Quella sera vennero esplosi almeno sette colpi di pistola e due di fucile a pallettoni, di cui uno a distanza ravvicinata ed uno a bruciapelo. Le indagini si sono avvalse anche delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, tra cui proprio uno dei due esecutori dell’omicidio, colui che impugnò la pistola. Fatta chiarezza anche sul movente del delitto: Massimiliano Cavotta aveva avuto dei contrasti con alcuni esponenti della criminalità organizzata di Altamura: il 28 febbraio 2003, infatti, lui stesso aveva ferito, con colpi di pistola, un elemento di spicco dei un clan rivale. Quest’ultimo, a distanza di pochi mesi, insieme ad un suo affiliato, attuò la vendetta. Dopo l’arresto dei due indagati, uno è finito in carcere, l’altro agli arresti domiciliari.
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