Cronaca

Omicidio del nipote del boss Capriati, rintracciata la donna che era con lui. Si segue la pista del regolamento di conti tra clan

Importante svolta nelle indagini sull’omicidio di Raffaele Capriati, il 41enne nipote del boss di Bari Vecchia, Tonino Capriati, ucciso in un agguato in stile mafioso, la sera di Pasquetta, nel quartiere di Torre a Mare.

La Squadra Mobile, che sta portando avanti l’attività investigativa, coordinata dalla DDA, avrebbe rintracciato la persona che, con ogni probabilità, era in auto assieme alla vittima al momento del delitto.

Si tratterebbe di una donna, quasi coetanea di Capriati che, secondo gli inquirenti, era alla guida dell’utilitaria affiancata dai killer mentre percorreva via Bari, strada isolata del rione barese e non dotata di telecamere di sicurezza.

I sicari, in sella ad una moto, hanno esploso alcuni colpi di pistola da distanza ravvicinata. Quattro quelli che hanno raggiunto la vittima: tre alla testa ed uno alla spalla. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, dopo l’agguato, sarebbe stata proprio la donna a chiamare il 118, attendendo l’arrivo del personale sanitario che ha portato Capriati in ospedale, per poi svanire nel nulla a bordo della vettura.  

Gli agenti della Squadra Mobile stanno raccogliendo ulteriori elementi, anche grazie ai rilievi della Scientifica, che verranno eseguiti anche sul veicolo. La testimone non sarebbe una parente della vittima, ma sembrerebbe assodato che era accanto al 41enne al momento in cui è stato raggiunto dai colpi di pistola. Trasferito al Policlinico in fin di vita, Capriati è deceduto poco dopo il suo arrivo.   

Dal giorno dell’omicidio ad oggi, la Polizia ha ascoltato familiari e persone vicine al nipote del boss, nel tentativo di trovare una pista utile alle indagini. Tra le ipotesi più concrete, quella dell’agguato maturato negli ambienti della criminalità organizzata. Un pericoloso campanello d’allarme, in vista di una possibile nuova guerra di mafia fra i clan del capoluogo, per colmare quel vuoto di potere venutosi a creare, a partire dal 26 febbraio scorso, con l’operazione della DDA, che ha portato all’arresto di 130 persone, tra le quali anche esponenti di spicco della malavita barese. Su tutti, alcuni affiliati del gruppo dei Parisi-Palermiti, storicamente vicino al clan Capriati, di cui il 41enne potrebbe aver preso in mano le redini una volta uscito dal carcere, nell’agosto 2022, dopo aver scontato una condanna a 17 anni per concorso nell’omicidio del 15enne Michele Fazio, vittima innocente di mafia, uccisa nel 2001.   

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