Oggi si torna in aula, davanti al Gup del Tribunale di Trani, Ivan Barlafante, nell’ambito del processo per la morte di Michele Cilli, il 24enne di Barletta svanito del nulla la notte tra il 15 ed il 16 gennaio. Alla sbarra, per quello che secondo gli inquirenti si è trattato di un omicidio, i 34enni Dario Sarcina, accusato di essere l’esecutore materiale del delitto, e Cosimo Damiano Borraccino, che risponde invece della soppressione del cadavere del ragazzo.
Il 1° dicembre scorso, al termine della prima udienza, il giudice aveva disposto un rinvio del processo di due settimane, dopo che i legali dei due imputati avevano chiesto un termine per esaminare le controdeduzioni depositate dal pubblico ministero alle loro indagini difensive.
Secondo quanto sostenuto dall’accusa, Cilli è stato ucciso nel garage di un complesso condominiale di via Ofanto, alla periferia di Barletta. A condurlo fiano a lì sarebbe stato Dario Sarcina. La vittima era salita sull’auto dell’assassino dopo aver preso parte ad una festa di compleanno in un locale nei pressi del Castello Svevo e da quel momento si sono perse le sue tracce.
Il cadavere – sempre secondo l’accusa – venne poi fatto sparire grazie alla complicità di Cosimo Damiano Borraccino, immortalato da alcune telecamere di sicurezza prima mentre entra nel complesso condominiale, luogo del delitto, e in seguito in una stazione di servizio, dove ha riempito una tanica di benzina, utilizzata presumibilmente per bruciare il corpo del giovane.
Alla base dell’omicidio, alcuni vecchi dissapori esistenti tra Sarcina e Cilli.
Settimane di ricerche, in una vasta area del territorio barlettano, si sono concluse con un nulla di fatto: il cadavere del ragazzo non è mai stato ritrovato.