Cronaca

Paura e violenza nella nuova stagione del racket ad Andria: si indaga sulla mala andriese

Due episodi di estorsione ed usura con metodi violenti e mafiosi ma su cui gli investigatori continuano a lavorare alacremente. E’ una nuova stagione del racket della mala andriese che sta spaventando la città e su cui la Questura BAT e la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari hanno messo ieri un primo punto di partenza da cui ripartire. Cinque gli arresti, molti di più gli indagati tra cui spicca anche un avvocato andriese accusato di esser mediatore tra gli estorsori ed un commerciante vittima di usura per una dilazione dei pagamenti. A finire in manette sono tutti soggetti ritenuti vicini al clan Pesce di Andria. Si tratta di Gianluca ed Oscar Davide Pesce fratelli ed entrambi usciti da poco dal carcere dove erano finiti dopo un’altra inchiesta sul clan. Poi ci sono Michela Altomare Caldarone di 28 anni, Giuseppe Loconte di 21 e Nicolas Nicolamarino di 31 anni. Per tutti l’accusa è estorsione ed usura con metodo mafioso. L’operazione della Polizia è scattata venerdì all’alba. In particolare si parla di una estorsione avvenuta a giugno scorso ai danni di un agente della Polizia Locale dopo un incidente stradale con uno degli indagati. L’agente è stato costretto a riparare l’auto dell’indagato anche se non aveva nessuna colpa. Il secondo episodio, invece, riguarda diversi familiari costretti con violenze e minacce e pagare somme esorbitanti dopo un prestito iniziale da 23mila euro.

La ricostruzione minuziosa dei due episodi ha disvelato la presenza di un possibile nascente gruppo all’interno del clan Pesce-Pistillo che puntava ad un’autonoma articolazione pur mantenendo rapporti non conflittuali con il clan. Questa l’ipotesi degli inquirenti che lavorano per approfondire eventuali coinvolgimenti di arrestati ed indagati anche in altri episodi estorsivi avvenuti in città. Il grande problema è la mancanza di denunce, hanno ribadito ieri dalla DDA di Bari, una fisiologica paura in un clima di terrore e violenze ma che complica terribilmente le indagini. Almeno cinque gli episodi registrati nei primi sei mesi del 2023 e che hanno riguardato altrettanti ordigni artigianali fatti esplodere ai danni di attività commerciali andriesi con il chiaro intento intimidatorio. Si continua a cercare legami tra avvenimenti per capire se c’è un’unica regia o meno alla base di una stagione che tutti sperano possa essere archiviata al più presto.

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