Comincerà il prossimo 12 dicembre, davanti al GUP del Tribunale di Bari, Flavia Lombardo Pijola, l’udienza preliminare nei confronti dei 17 indagati nell’ambito di un’indagine su presunti appalti truccati a Triggiano. Tra questi, spicca il nome dell’ex sindaco del comune barese, Antonio Donatelli, dimessosi dalla carica nell’aprile 2024, dopo l’arresto nell’ambito dell’inchiesta per voto di scambio che ha coinvolto anche l’ex fondatore del movimento politico “Sud al Centro”, Alessandro Cataldo, e sua moglie, l’ex assessore regionale Anita Maurodinoia.
Assieme a Donatelli, sono iscritte nel registro degli indagati altre 16 persone tra amministratori, funzionari comunali ed imprenditori. Le accuse sono, a vario titolo, di turbativa d’asta, falso aggravato e subappalto non autorizzato.
L’indagine è incentrata su alcuni appalti del Comune di Triggiano, banditi tra il 2019 e il 2022, che sarebbero stati affidati senza autorizzazione in subappalto ad alcune imprese, e per i quali i pubblici ufficiali coinvolti avrebbero anche commesso falso ideologico.
L’episodio più grave riguarda la turbativa d’asta di cui rispondono, oltre all’ex sindaco, anche l’allora assessore ai Lavori Pubblici, Francesco Saverio Triggiani, e tre imprenditori.
L’appalto è quello relativo ai lavori di realizzazione del Parco Urbano “San Lorenzo” e del Centro Interpretativo Culturale, per un importo complessivo di oltre un milione 800mila euro. Secondo l’accusa, Donatelli e Triggiani si sarebbero adoperati per far sì che la gara venisse aggiudicata da un’azienda “amica”. In cambio, i tre imprenditori interessati ad eseguire i lavori in subappalto, avrebbero finanziato la campagna elettorale del sindaco in occasione delle elezioni comunali dell’ottobre 2021. L’aggiudicazione venne poi giudicata illegittima dal TAR dopo un ricorso della seconda ditta classificata.



