Per difendere la razza bianca, da lui considerata superiore, era pronto a tutto, anche a sacrificare la propria vita. Un “lupo solitario”, come il suo nome in codice sul web, ma con contatti diretti con un gruppo neonazista americano. È stato arrestato dalla Polizia, all’alba di questa mattina, Luigi Antonio Pennelli, 23enne di Acquaviva delle Fonti e residente a Sammichele di Bari. È accusato di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale e di propaganda ed istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Le manette sono scattate su ordine del gip del Tribunale di Bari, Paola de Santis, al termine di un’indagine avviata nel 2021 dalla Digos, nell’ambito di una serie di controlli sul web sugli ambienti virtuali suprematisti di estrema destra. Così gli inquirenti hanno scoperto una chat di Telegram, utilizzata dal giovane per promuovere contenuti antisemiti e di matrice neonazista e dove si dichiarava pronto a compiere azioni violente.
In base a quanto emerso nel corso dell’attività investigativa, il ragazzo era legato all’organizzazione terroristica statunitense chiamata “The Base”, tra i cui componenti ci sono alcuni responsabili dell’assalto a Capitol Hill, lo scontro armato avvenuto il 6 gennaio 2021 a Washinton, presso il Palazzo del Campidoglio, sede del Congresso degli Stati Uniti. Il giovane si presentava come unico referente del movimento in Italia tanto da aver costruito la propria identità informatica come “Comandante della Base”.
Diffondeva il materiale propagandistico ad altri aspiranti adepti del gruppo, traducendolo in italiano, e si preparava a passare all’azione. Nella sua abitazione sono state trovate armi di diverso tipo: una carabina, una pistola a pallini, una balestra, coltelli e mazze. Nella chat diceva di essere in grado di procurarsene anche altre, acquistandole sul mercato nero o aggredendo guardie giurate. Su armi e custodie erano incisi i nomi di alcuni suprematisti responsabili di attacchi terroristici.
Nella chat di Telegram il giovane aveva anche condiviso un video nel quale – come riportano gli atti giudiziari – venivano rivolte minacce di morte alla senatrice Liliana Segre.