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Cronaca

Quindicenne sequestrato, picchiato e minacciato con una pistola a Foggia, pretendevano non riconoscesse un bambino nato dalla relazione con una coetanea: arrivano le condanne

Prima l’irruzione di un uomo di 52 anni e del figlio 22 enne in un appartamento di Rignano Scalo, alle porte di Foggia, dove viveva un 15enne, trascinato con forza all’esterno, chiuso nel bagagliaio di un’auto e portato in un luogo di campagna, dove fu picchiato e minacciato di morte con una pistola puntata al petto. Poi l’intimazione a non denunciare: “Uccidiamo te e la tua famiglia”. Ed ancora le minacce, degli stessi e degli altri due figli rivolte anche ai genitori del ragazzo con pistole, coltelli e finanche una mitragliatrice. Fino alla liberazione dell’adolescente, su richiesta dei carabinieri. Che per quella storia, accaduta a fine novembre scorso, arrestarono cinque persone, padre e quattro figli. Uno degli indagati, nel corso di una perquisizione, fu trovato in possesso anche di un chilo di cocaina. La “colpa” del 15enne era quella di essere diventato padre di un bambino avuto dalla relazione con una coetanea di quello stesso nucleo familiare. Quel neonato, di pochissimi giorni, non doveva essere, a loro dire, riconosciuto dal minorenne. Nelle scorse ore sono arrivate le condanne, in seguito all’accoglimento del patteggiamento proposto dai legali. Tre anni di reclusione per il padre, 2 anni e 8 mesi ai quattro figli dell’uomo, di nazionalità rumena come la vittima. A tutti sono stati concessi gli arresti domiciliari.

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