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“Resistenza, minacce e violenza a Pubblico Ufficiale”: così il presidente del Barletta si è guadagnato il DASPO

Un DASPO di 12 mesi è stato inflitto al presidente del Barletta Mario Dimiccoli. Resistenza, minacce e violenza su Pubblico Ufficiale sono i reati contestati al patron del Barletta e si sarebbero consumati nel dopogara di NARDO’-BARLETTA giocata sul neutro dello stadio comunale di Matino lo scorso primo ottobre. La partita, conclusasi con la sconfitta della squadra ospite per 3 a 0, ha suscitato il malcontento del dirigente del Barletta e di altri tesserati della società che, imputando alla terna arbitrale un comportamento di favore nei confronti della squadra di casa, si dirigeva verso gli spogliatoi degli arbitri pronunciando accuse e offese. Gli agenti della Polizia di Stato sarebbero intervenuti per impedire l’ingresso negli spogliatoi dei direttori di gara che – recita il comunicato della Questura di Lecce – “con atteggiamento sempre più aggressivo, rivolgeva insulti e minacce anche nei confronti dei poliziotti”. Fatti che hanno imposto approfondimenti investigativi da parte del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Nardò, che hanno portato alla denuncia del dirigente 54enne per i reati di resistenza, minacce e violenza a Pubblico Ufficiale. Il fatto, avvenuto in occasione di manifestazioni sportive, ha portato ad un provvedimento DASPO (divieto di accesso alle manifestazioni sportive) per la durata di un anno, in quanto il suo comportamento è stato ritenuto pericoloso per l’ordine e la sicurezza pubblica.

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