Cronaca

Rifiuti, blatte e topi. I residenti del centro storico di Andria lanciano un appello: «Qui non ci sono “ribusciati” e non vogliamo essere abbandonati»

Una frase che ha lasciato il segno ed ora la rabbia è divenuta insostenibile. Siamo in pieno centro storico ad Andria, in via Arco Marchese e via Paradies. Cuore pulsante della zona antica cittadina a due passi dal Palazzo Ducale e dalla stradina cosiddetta più piccola del mondo. In pochi metri mondi completamente diversi. All’incuria tutta pubblica del Palazzo Ducale alla cura tutta privata di Antonio e della piazza e della strada che portano alla stradina più piccola del mondo. In mezzo le viuzze in cui la maggior parte dei residenti provano a collaborare per tenere tutto pulito e profumato. C’è una perfetta organizzazione con l’impiego di tempo e risorse proprie affinchè vi sia igiene e pulizia. Il problema nasce, però, ogni mattina quando bisogna raccogliere tutta la sporcizia accumulata di sera. Ma anche blatte e topi, che da queste parti spesso fanno capolinea, anche perché nessuno interviene per derattizzazione e deblatizzazione. E poi ci sono le case abbandonate in cui l’erba cresce e sono spesso gli stessi residenti ad armarsi di pazienza e di tagliaerbe per pulire.

Il centro storico è un luogo ricco di storia e tante opportunità, ma i residenti giovani e meno giovani, ora sono davvero stanchi di non esser mai ascoltati. Qui dovrebbe passare almeno una volta a settimana qualcuno a lavare strade e marciapiedi dopo l’avvio del nuovo servizio. Ma nulla è stato fatto al momento. Qui dovrebbero esserci dei cestini stradali per consentire a tutti di gettare i propri rifiuti, visto che comunque tanti ragazzi animano queste vie di sera. Qui dovrebbe esserci un controllo dei tombini da cui le blatte fuoriescono. Insomma la richiesta alle istituzioni è semplice: non abbandonare questo luogo bellissimo.

E la bellezza può e deve esser valorizzata anche perché qui ci sono pietre, come quella ad angolo con via Vaglio, che hanno quasi duemila anni come ci spiega Michele, attento studioso della storia locale, ma quella pietra è stata rovinata dall’azione scellerata dell’uomo.

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