Cronaca

Rifiuti pericolosi dati alle fiamme e sotterrati in campagna: arrestato imprenditore, 14 indagati

Trasportavano in campagna, a bordo di grossi camion, ingenti quantità di rifiuti speciali che, una volta giunti a destinazione, venivano sotterrati oppure dati alle fiamme. Così, se da una parte si abbassavano i costi di smaltimento, dall’altra si alzava il “piano campagna” di un’area depressa destinata ad uso agricolo, con l’intenzione di costruire un parcheggio abusivo.

È quanto hanno scoperto i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Bari che, su ordine del gip del Tribunale del capoluogo, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di un imprenditore.

L’ultimo atto di una lunga indagine, condotta dai militari, che vede indagate altre 14 persone. Ha preso il via da un esposto presentato presso la Procura di Bari relativo allo smaltimento illecito di rifiuti presso un terreno privato alla periferia di Adelfia.

Qui venivano incendiati oppure direttamente sotterrati scarti di vario tipo, principalmente di natura edile, come materiali inerti da demolizione.

In base a quanto accertato nel corso dell’indagine, condotta mediante attività di videosorveglianza ed intercettazioni, i rifiuti provenivano da almeno quattro aziende, i cui titolari riuscivano così ad evitare i costi di smaltimento e le lavorazioni che avrebbero reso i materiali innocui per l’ambiente e, in molti casi, riutilizzabili.

Si calcola che, solo nel 2020, sono stati conferite illegalmente oltre 120 tonnellate di rifiuti speciali, anche pericolosi, per un risparmio, da parte degli imprenditori coinvolti, di almeno 100mila euro.

L’intera area, di circa 15mila metri quadri, è stata sottoposta a sequestro.    

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