E’ cominciata l’udienza preliminare a carico di Giovanni Miniello, il ginecologo di Bari accusato di violenza sessuale e lesioni aggravate a danno di 20 pazienti. Il medico 69enne, smascherato da una inchiesta della trasmissione televisiva “Le Iene”, è stato arrestato nel novembre 2021 e sottoposto ai domiciliari. Successivamente, nell’aprile 2022, è tornato in libertà ma è stato interdetto per un anno dalla professione medica. Davanti al gup del Tribunale di Bari, che deve decidere se deve essere processato, Miniello non si è presentato mentre era presente la maggior parte delle donne che lo hanno accusato. Delle 20 individuate dalla Procura solo una non si è costituita parte civile. Presenti anche otto associazioni e centri antiviolenza di tutta la Puglia. Tra queste, a costituirsi parte civile, ci sono due di Bari, una di Brindisi, una di Martina Franca, l’Osservatorio “Giulia e Rossella” di Barletta, “Riscoprirsi” di Andria e altre due associazioni provenienti da Bitonto e Molfetta. Dalla prossima udienza dovrebbe costituirsi parte civile anche l’ordine dei medici.
Secondo l’accusa, il professionista barese avrebbe usato la propria posizione per praticare sulle vittime manovre invasive come il palpeggiamento dei seni. Avrebbe anche proposto rapporti sessuali giustificandoli come necessari per prevenire il papilloma virus e, in alcuni casi, addirittura il tumore all’utero. In realtà, secondo la ricostruzione dell’accusa, i suoi atti avevano il solo scopo di procurargli piacere. Le pazienti hanno raccontato le loro esperienze in un lungo incidente probatorio tenutosi lo scorso febbraio. La difesa del medico potrebbe valutare eventuali riti alternativi, dall’abbreviato al patteggiamento