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Cronaca

Sesso per prevenire i tumori all’utero, al via il processo a carico del ginecologo barese: venti donne lo accusano

Ha preso il via, dinnanzi ai giudici del Tribunale di Bari, il processo a carico di Giovanni Miniello, il 70enne ginecologo barese (adesso in pensione e sospeso dall’Albo dei Medici) accusato di violenza sessuale (tentata e consumata) e lesioni ai danni di alcune sue pazienti. Venti donne puntano il dito contro di lui, diciannove delle quali si sono costituite parte civile. Non saranno riascoltate in aula quelle già sentite in sede di incidente probatorio.

Il legale difensore del medico, l’avvocato Roberto Eustachio Sisto, aveva chiesto il proscioglimento dell’imputato da 6 dei 35 capi di imputazione e riguardanti tre presunte vittime che non hanno presentato querela nei suoi confronti. Il Tribunale del capoluogo ha però rigettato l’eccezione, sostenendo che il processo si trovi in una fase ancora troppo “embrionale” per poter decidere. Non è dunque escluso che l’eccezione possa essere riproposta in futuro.

La vicenda del ginecologo esplose mediaticamente nel novembre 2021, a seguito di un servizio televisivo della trasmissione “Le Iene”, con il quale, grazie ad una complice che si era finta una paziente, Miniello era stato smascherato dalle telecamere.  

Il medico venne arrestato poco dopo con l’accusa di aver proposto, alle donne che si presentavano nel suo studio, di avere rapporti sessuali non protetti con lui, come cura per il “Papilloma Virus” e, in alcuni casi, per prevenire l’insorgere di tumori all’utero.

Tra le accuse mosse al ginecologo, anche quella di aver molestato alcune donne durate le visite, palpeggiandole nelle parti intime o tentando di baciarle contro la loro volontà.

Dopo un periodo ai domiciliari, Miniello venne liberato ed interdetto per un anno dall’esercizio della professione medica. La Corte di Cassazione ha recentemente rigettato la richiesta della detenzione in carcere nei suoi confronti, avanzata dalla Procura di Bari.

Il processo riprenderà l’11 gennaio 2024, quando verranno ascoltati i primi testi dell’accusa, quattro agenti della Polizia Penitenziaria.

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