È stato condannato a dieci anni di reclusione per tentato omicidio l’uomo di 44 anni, di nazionalità marocchina, che nell’agosto di due anni fa a Canosa di Puglia colpì con un’arma da taglio la moglie, di 21 anni più giovane e sua connazionale, ferendola alle mani e alle braccia e sfregiandole il viso perché si era rifiutata di avere un rapporto intimo con lui. L’uomo è stato giudicato con rito abbreviato per tentato omicidio.
L’accusa aveva chiesto 14 anni di reclusione ma il gup del tribunale di Trani Domenico Zeno non ha riconosciuto l’aggravante della premeditazione. È stata definita una provvisionale in favore della vittima e immediatamente esecutiva pari a 50mila euro sul maggior danno da quantificarsi in sede civile. La donna, che all’epoca dei fatti aveva 23 anni ed aveva da poco raggiunto il marito in Italia dal Marocco, era stata soccorsa e trasportata all’ospedale Bonomo di Andria dove era stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico eseguito dall’equipe di chirurgia plastica riportando, però, danni permanenti al volto.
L’episodio il 17 agosto del 2021 all’interno dell’appartamento della coppia. A dare l’allarme furono alcuni vicini di casa attirati dalle urla disperate della donna. L’uomo fu arrestato poche ore dopo dalla Polizia a circa 50 chilometri di distanza, a Ruvo di Puglia, dove era fuggito subito dopo l’accoltellamento. Alla vista degli agenti, l’uomo cercò di allontanarsi ma fu fermato e portato in Questura ad Andria, dove fornì la sua versione dei fatti, senza negare quanto fatto alla moglie. Da lì, su disposizione del giudice, fu sin da subito trasferito nel carcere di Trani.