Cronaca

Smantellato gruppo criminale sull’asse Cerignola-Andria, vendevano parti di veicoli rubati: 7 arresti

Rubavano mezzi commerciali per poi vederne i pezzi sul mercato illecito degli autoricambi. E’ la scoperta dei carabinieri che all’alba hanno arrestato 7 persone operativi sull’asse Cerignola-Zappone-Andria. Una vera associazione a delinquere venuta alla luce dopo 6 mesi di indagini partite a giugno del 2020 quando i militari hanno scoperto all’interno di un’autodemolizione di Cerignola parti meccaniche e veicoli commerciali risultati rubati precedentemente. Gli indagati vendevo le parti anche online e aveva creato un mercato che aveva collegamenti anche all’estero, con particolare riferimento alla Polonia. La forza dell’associazione, secondo la ricostruzione dei carabinieri, era fondato solo nel commercio sui pezzi di ricambio. In carcere sono finiti in quattro (tre cerignolani ed un andriese), ristretti nella casa circondariale di Foggia, gli altri tre sono finiti ai domiciliari (uno di Cerignola, uno di Manfredonia ed infine un cittadino di nazionalità marocchina). In due gestivano l’organizzazione criminale, altri si occupavano dello smontaggio e sezionamento dei veicoli, uno era addetto alle vendite con il compito di procacciare potenziali acquirenti, e infine un altro aveva il compito di fornire supporto logistico mettendo a disposizione la propria autorimessa come deposito dei mezzi provento di furto. Tra i destinatari delle misure cautelari c’è anche un soggetto che il 16 settembre 1996, a seguito di una rapina, durante un conflitto a fuoco con i Carabinieri di Pescara ferì mortalmente il Maresciallo Capo Marino Di Resta, in servizio presso il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Pescara. Nel corso delle attività sono state recuperate ben 168 parti meccaniche di veicoli riconducibili a circa 70 veicoli pesanti proventi di furto, recuperandone 9 integri. Ancora, la Procura di Foggia ha disposto il sequestro di beni e utilità di proprietà degli indagati, per un importo complessivamente pari al profitto stimato dell’attività illecita, ovvero oltre 300mila euro. L’operazione è stata denominata “San Cristoforo”, Santo protettore degli autotrasportatori.

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