Cronaca

Soldi in cambio di voti e appalti, arrestato l’ex assessore regionale Pisicchio: trema ancora la politica pugliese

E’ la terza inchiesta in poche settimane, l’ennesimo terremoto giudiziario che scuote la politica pugliese. C’è anche Alfonsino Pisicchio, ex assessore della prima legislatura di Michele Emiliano, tra gli arrestati nell’operazione della Guardia di Finanza per corruzione in relazione a tre appalti truccati. Pisicchio è finito ai domiciliari insieme al fratello Enzo, detto Roberto. Oltre a loro ci sono altri tre arrestati e due persone destinatarie del divieto di esercitare le attività professionali per 12 mesi. Diverse le accuse: da corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio a truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, oltre a turbata libertà degli incanti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Ai domiciliari anche l’imprenditore Giovanni Riefoli, 58 anni originario di Barletta ma residente a Bari. L’inchiesta è partita dalla denuncia di una dirigente regionale che avrebbe svelato delle irregolarità commesse da un funzionario del settore delle attività estrattive tramite la predisposizione di polizze fideiussorie false – ad opera di un broker assicurativo – a beneficio di numerosi imprenditori, alcune anche per ottenere finanziamenti regionali. I fratelli Pisicchio avrebbero ricevuto 156mila euro in contanti da società riconducibili all’imprenditore Riefoli. Somma in parte a loro e in parte al partito Iniziativa Democratica (che faceva parte della coalizione di centrosinistra alle Regionali 2020), anche sottoforma di consulenze fittizie. Contestata ai Pisicchio anche la turbativa della gara d’appalto bandita dal Comune di Bari per l’affidamento delle attività di supporto alla gestione e riscossione della tassa sui rifiuti e quella sugli immobili, favorendo un gruppo di imprese formato da Golme Plus, Creset e Arca Servizi. Ancora, secondo gli investigatori, Alfonsino Pisicchio avrebbe utilizzato “la sua influenza politica e le sue relazioni, tramite suo fratello Enzo, per una gestione clientelare del suo ruolo, con favoritismi per ottenere ritorni in termini di consenso elettorale, mediante assunzioni nelle imprese favorite o avvantaggiate di persone che assicurano il voto e che avevano militato anche nel suo partito”. Enzo Pisicchio avrebbe agito con ruolo chiave “quale esecutore delle direttive” del fratello “e quale schermo per impedire di risalire al ruolo e al contributo di Alfonsino”. L’operazione è scattata in un orario insolito, nel tardo pomeriggio, a seguito delle dimissioni dell’ex assessore da commissario straordinario dell’agenzia regionale Arti, ruolo che gli era stato assegnato poche settimane fa dal presidente Emiliano.

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