Una vasta coltivazione di marijuana, composta da oltre 10mila piante, nascosta nelle campagne di Trinitapoli: è da questo ritrovamento, risalente ad alcuni mesi fa, che sono partite le indagini grazie alle quali sono stati smantellati dei gruppi criminali, specializzati nello spaccio di droga, attivi tra le province di Foggia e Barletta-Andria-Trani.
15 le persone arrestate, all’alba di questa mattina, nell’ambito dell’operazione “Green Power”, eseguita tra i Comuni di San Severo, Chieuti, Serracapriòla e Trinitapoli, e che ha visto impegnati un centinaio di Carabinieri: 8 sono finite in carcere, 5 ai domiciliari mentre una è stata sottoposta all’obbligo di firma. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di produzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività investigativa, scattata dopo la scoperta della piantagione, i militari hanno monitorato l’area sequestrata, rilevando gli spostamenti di 5 componenti dell’organizzazione, tutti agricoltori di Trinitapoli, ripresi mentre si recavano ad irrigare le piante.
In base a quanto accertato dagli investigatori, i gruppi avevano messo in piedi una lucrosa attività di spaccio, prevalentemente a gestione familiare, si nell’Alto che nel Basso Tavoliere. La “clientela” era geograficamente variegata e arrivava non solo dal Foggiano, ma anche dalle vicine regioni di Molise e Abruzzo. Una trentina gli episodi di spaccio documentati dai militari. Le comunicazioni per l’acquisto e la vendita degli stupefacenti avvenivano attraverso un linguaggio in codice, per evitare eventuali intercettazioni. A seconda del tipo di droga richiesta, si usavano termini come “benzina”, “diesel” o “olio”.
Durante l’esecuzione delle misure cautelari, i Carabinieri hanno anche perquisito alcune abitazioni, trovando complessivamente 500 grammi di marijuana, 50 di hashish e diverse dosi di cocaina. Sequestrate anche due pistole.
Dalle oltre 10mila piante di marijuana sequestrate il 6 luglio scorso nelle campagne di Trinitapoli, del peso di circa una tonnellata e mezzo, sarebbe stato possibile ricavare quasi due milioni di dosi. La droga, una volta immesse sul mercato, avrebbero fruttato non meno di 10 milioni di euro.