Nelle conversazioni telefoniche la droga veniva chiamata “Padre Peppe”, come il nome del noto liquore altamurano. Con il termine “I like”, ci si riferiva invece alla disponibilità della sostanza richiesta dai clienti. Così gli spacciatori cercavano di tenere lontani i sospetti degli inquirenti, nel caso di eventuali intercettazioni. Un escamotage che, tuttavia, non è servito ad evitare loro il carcere. Sono otto le persone arrestate, all’alba di questa mattina, nel corso di un’operazione eseguita dai Carabinieri del Comando provinciale di Bari nel territorio di Altamura.
Il blitz è scattato a seguito di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale del capoluogo, su richiesta della Procura. L’ultimo atto di un’indagine avviata dai militari della Compagnia di Altamura nel novembre 2021 e conclusasi nell’ottobre 2022, che ha fatto luce sulle attività di spaccio nella città murgiana.
L’attività investigativa è partita a seguito delle segnalazioni di molti cittadini altamurani, che avevano notato movimenti sospetti in un noto bar della zona. Così i Carabinieri hanno iniziato a tenere d’occhio il gruppetto dei pusher, mediante pedinamenti, intercettazioni e lunghi appostamenti, facendo luce sul lucroso business degli stupefacenti.
In base a quanto emerso gli indagati, pur non avendo alcun vincolo associativo, gestivano una fiorente attività di spaccio, in particolare di eroina. I clienti arrivavano anche dalle città limitrofe e perfino dalla provincia di Matera.
La droga veniva spesso chiamata con termini convenzionali, per non destare sospetti. Tipico il caso del “Padre Peppe”, in riferimento all’eroina. Il nome del liquore, prodotto proprio ad Altamura, secondo i pusher, avrebbe evitato che gli investigatori potessero insospettirsi, trattandosi di un prodotto non facile da reperire in altre aree geografiche.
Gli otto indagati sono accusati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.