Una serata di grande paura quella vissuta da una famiglia a bordo di una auto utilitaria, una Citroen C3, ieri sera sulla Strada Statale 93 tra Canosa e Barletta. A poche centinaia di metri dal casello autostradale di Canosa, l’auto, con a bordo tre persone, si è trovata di fronte ad un cinghiale investendolo. Ingenti i danni riportati dal mezzo, nessun ferito in gravi condizioni ma tanto spavento. L’episodio è accaduto attorno alle ore 20 e sul posto, con circolazione rallentata, sono intervenuti sia la Polizia Locale di Barletta che gli agenti del commissariato di Polizia di Canosa ed i volontari della Misericordia canosina. Ma l’incidente di ieri sera solleva almeno due temi di cui in realtà ci occupiamo spesso. La pericolosità della SS93 e l’ormai incontrollata presenza dei cinghiali sul territorio.
Nella serata tra il 18 ed il 19 gennaio, dunque meno di un mese fa, l’incidente che ha spezzato la vita di due giovanissimi ragazzi di Canosa sempre sulla SS93 praticamente a pochi metri di distanza dal punto in cui c’è stato il sinistro di ieri sera. Ma gli incidenti gravi o gravissimi su quella strada, per la sua conformazione, per il buio e per la manutenzione, sono tantissimi. Una lunga scia ora aggravata anche dalla presenza dei cinghiali. Una presenza che sembra esser completamente fuori controllo.
Ieri pomeriggio, per esempio, circa un centinaio di cinghiali sono stati ripresi da alcuni automobilisti per aver letteralmente bloccato il traffico sulla strada cosiddetta di Viglione tra Santeramo e Matera. La provinciale è stata invasa dalla mandria ed il video ha fatto rapidamente il giro del web. Ma cinghiali sono stati segnalati più volte anche nelle periferie delle città, ad Andria o a Barletta, sempre più alla ricerca di cibo. Nei giorni scorsi c’era stata una nuova nota di Coldiretti Puglia, in relazione al piano straordinario per la gestione ed il contenimento della fauna selvatica della Giunta regionale: in Puglia nel 2023 sono stati 3 i morti per incidenti stradali causati dai cinghiali e sono centinaia i sinistri causati. Una situazione che diventa emergenza assoluta nei campi con questi animali che si spingono anche per 40 chilometri alla volta a caccia di cibo e distruggendo i raccolti. Danni enormi per cui serve un’azione molto più incisiva delle politiche territoriali e nazionali.