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Cronaca

Tangenti per i lavori al porto di Palermo, due arresti: ai domiciliari un 37enne canosino

È di Canosa una delle due persone arrestate dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’inchiesta sui lavori di restyling della stazione marittima al porto di Palermo. Si tratta di Francesco Tricarico, di 37 anni, direttore tecnico della società Socostramo srl di Roma, finito ai domiciliari assieme al direttore del cantiere, il 68enne Rosario Cavallaro.

Le manette sono scattate in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip del Tribunale del capoluogo siciliano. I due sono accusati del reato di corruzione, in quanto avrebbero preteso soldi dalle ditte sub-appaltatrici coinvolte nei lavori. Nei loro confronti è stato eseguito anche un sequestro preventivo di beni per un ammontare di circa 80mila euro.

Le indagini, condotte dalle Fiamme Gialle, sono partite a seguito di una denuncia dell’Autorità di sistema portuale del mare della Sicilia Occidentale, dopo che erano stati segnalati dei ritardi nell’esecuzione e nella consegna dell’opere. Uno slittamento attribuito a dei contrasti sorti tra la Socostramo, la società aggiudicataria dell’appalto per la realizzazione del nuovo terminal per le navi da crociera, ed alcune ditte sub-appaltatrici. Contrasti relativi a lavori eseguiti e mai pagati o pagati in ritardo.  

Secondo l’accusa, i due indagati avrebbero preteso dai titolari delle tre imprese sub-appaltatrici somme di denaro extra, minacciando, in caso di rifiuto, di bloccare i lavori che era stati loro affidati. Minacce alle quali sarebbero seguite anche gravi ritorsioni, come controlli a sorpresa in cantiere e ritardi nei pagamenti delle fatture.

In base a quanto emerso nel corso delle indagini, il titolare di una delle aziende in questione, cedendo alle richieste estorsive, avrebbe pagato fino ad 80mila euro, di cui circa la metà in contanti, e l’altra metà con bonifici bancari su un conto corrente intestato alla madre del direttore del cantiere. I due indagati, sempre secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbero inoltre suggerito alle imprese sub-appaltatrici di utilizzare nei lavori di ristrutturazione materiali di qualità più scadente e quindi più economici, rispetto a quelli previsti nel capitolato e riportati nelle fatture, creando così un potenziale pericolo per anche per la sicurezza dell’opera.   

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