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Cronaca

Traffico di droga a Barletta, condanne definitive dopo l’operazione “Nabucodonosor”: 16 arresti

Sono diventate definitive le condanne per 16 delle persone coinvolte nell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari denominata “Nabucodonosor”, con la quale, nel 2019, vennero smantellati dei gruppi criminali, attivi a Barletta e specializzati nel traffico di droga.

All’alba di questa mattina è scattata una vasta operazione dei Carabinieri del Comando provinciale della BAT, scesi in campo con circa 100 militari per dare esecuzione alle misure di custodia cautelare in carcere nei confronti dei 16 soggetti condannati, a vario titolo, per traffico, produzione e detenzione di sostanze stupefacenti, con pene comprese tra 1 anno e 10 mesi e 12 anni di reclusione.

I provvedimenti definitivi di carcerazione sono stati emessi dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale della Corte d’Appello di Bari.

L’ultimo atto di una complessa indagine che, nel gennaio 2019, sfociò in un blitz con il quale vennero tratte in arresto 23 persone, appartenenti a quattro differenti gruppi criminali che facevano affari, in particolare, con le piazze di spaccio della Città della Disfida. Il primo con a capo i fratelli Albanese, noti come “i vaccari”, il secondo capeggiato da Luigi Lombardi, il terzo da Cosimo Damiano Cannito, ed infine il quarto guidato dai fratelli Sarcina.

Alla maxi operazione contribuirono in maniera determinante le dichiarazioni rese agli inquirenti da alcuni collaboratori di giustizia, tra il 2011 ed il 2017. L’inchiesta fece anche luce sui contatti sviluppati dai trafficanti barlettani con gruppi malavitosi baresi, campani e perfino spagnoli, dai quali gli indagati si rifornivano di sostanze stupefacenti, per poi rivenderle nelle strade di Barletta, attraverso una rete di pusher, strutturata in maniera “militarizzata”.

Uno scenario inquietante nato, in base a quanto emerso dalle indagini, coordinate all’epoca dai pm Giuseppe Maralfa, Giuseppe Gatti e Lidia Giorgio, dopo le operazioni antimafia che portarono all’arresto di diversi esponenti del clan Cannito-Lattanzio. Un’assenza di potere che aveva spianato la strada all’avanzata di nuovi gruppi criminali, che si erano divisi le piazze di spaccio della Città della Disfida.

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