Droga, usura, estorsioni ai commercianti, infiltrazioni negli apparati comunali nella logica del voto di scambio: gli affari illeciti in molti comuni della provincia di Lecce erano “cosa loro”. Un’organizzazione di tipo mafioso composta da alcuni nomi storici della criminalità salentina, legati al clan Coluccia, della Sacra Corona Unita.
15 le persone arrestate, all’alba di questa mattina, nel corso di un blitz effettuato dai Carabinieri: 11 sono finite in carcere e 4 ai domiciliari, in esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare emesso dal gip del Tribunale di Lecce, Sergio Tosi, su richiesta della Procura.
L’ultimo atto di un’indagine, condotta dai militari, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia, e che hanno coperto un arco temporale che va dalla primavera del 2019 all’inizio del 2021.
L’attività investigativa ha fatto luce sui traffici gestiti dal gruppo criminale, che aveva messo le mani su una redditizia attività di prestito di denaro con tassi usurari (sino ad oltre il 25% mensile), accompagnata da estorsioni, spaccio di stupefacenti, oltre che sulla gestione di commissioni apparentemente lecite, quali la sottoscrizione di contratti assicurativi o fornitura di energia elettrica. Il controllo di queste attività sarebbe avvenuto avvalendosi della forza intimidatoria dell’organizzazione di stampo mafioso.
Tra le 15 persone arrestate nell’ambito dell’operazione, che ha visto impegnati più di 150 militari dell’Arma, figura anche l’assessore alla Cultura di Neviano, Antonio Megha, precedentemente sindaco dello stesso comune. Secondo l’accusa, l’uomo, che si trova attualmente ai domiciliari, avrebbe chiesto l’appoggio della criminalità organizzata salentina per essere eletto.