La storia di via Eritrea ad Andria è quella di una delle più belle vie antiche della città che ormai da una decina di anni vive in uno stato comatoso di abbandono. La strada connette una piazza storica come la cosiddetta Porta La Barra con via Carmine altra arteria stradale intrisa di bellezza e significati ma anche in questo caso deturpata dal ponte bailey montato da più di dieci anni. Era il 10 gennaio del 2012 quando venne sottoscritto il verbale di consegna del servizio che ad oggi ha già compiuto dieci anni. La storia della chiusura di via Carmine e via Eritrea, affonda le radici nel 2011 allorquando il 18 febbraio vi fu un importante ed improvviso crollo della sede stradale di via De Gasperi. Da quel momento, l’ente comunale, diede mandato immediato di controllare l’intera rete dei canali in tufo della fogna bianca che attraversano la gran parte della città antica e moderna compreso il cosiddetto Ciappetta – Camaggio proprio nel tratto ricompreso tra via Carmine e via Eritrea. L’immediata prima ispezione effettuata il 26 febbraio 2011, diede esito negativo ma la nuova relazione del 23 marzo dello stesso anno, consigliò la chiusura definitiva di entrambe le arterie stradali cittadine poichè il livello generale di degrado del tufo è “drammatico ma non importante”.
Per eliminare il ponte, tuttavia, a marzo scorso è stato presentato dal Comune di Andria un importante progetto all’interno di opere finanziabili con il PNRR. Circa un milione e mezzo quelli destinati a sistemare la parte sottostante di via Carmine e via Eritrea. Di certo c’è che per tenere lì quel ponte in dieci anni, tra installazione e canone di affitto, si sono spesi circa 200mila euro. Ma l’installazione del ponte e la conseguente chiusura di via Eritrea sono state una vera e propria maledizione per questa zona.
Su via Eritrea stanno sparendo le attività commerciali così come in via Carmine. Ma su via Eritrea c’è una delle più belle sedi scolastiche cittadine. Il plesso “Di Donna” è una chicca ed è frequentato da centinaia di studenti. Su via Eritrea ci sono dei bagni pubblici chiusi da decine di anni e che sono ricettacolo di sporcizia, rischi per l’incolumità dei bambini ma anche spaccio. Senza considerare che all’imbocco ormai chiuso di via Eritrea, su via Manthonè, c’è una sede comunale utilizzata in passato come presidio di Polizia Locale e che cade letteralmente a pezzi come dimostrano le finestre rotte e le tante erbacce presenti. Insomma tornare a parlare e ad intervenire su questa zona appare una priorità assoluta tra le altre che magari si stanno già affrontando.