Proseguono le indagini nell’ambito del nuovo terremoto giudiziario sul voto di scambio che negli ultimi giorni ha scosso ulteriormente la politica nel barese. Al momento tutto ruota attorno alla figura di Alessandro Cataldo, finito ai domiciliari, marito dell’ormai ex assessore ai Trasporti della Regione Puglia Anita Maurodinoia, anche lei indagata, dimessasi dall’incarico regionale e dal Partito Democratico subito dopo gli arresti scattati giovedì scorso, professandosi comunque innocente. Al vaglio degli inquirenti la disponibilità economica di Sandro Cataldo, referente di “Sud al Centro”, che avrebbe corrisposto 50 euro per ogni preferenza ottenuta. Sotto la lente di ingrandimento ci sono diverse tornate elettorali: le comunali di Triggiano 2021, quelle di Grumo Appula del 2020 (svoltesi in contemporanea con le elezioni regionali), e le comunali di Bari 2019. Alle amministrative di Triggiano venne eletto sindaco Antonio Donatelli, anche quest’ultimo ai domiciliari da giovedì scorso, sospeso dal Prefetto. Donatelli e Cataldo saranno interrogati lunedì prossimo. Nel frattempo sono stati già ascoltati altri due indagati: Nicola Lella, ex assessore alla Sicurezza di Grumo, l’unico finito in carcere, e Armando De Francesco – altro uomo chiave dell’inchiesta per via dei suoi racconti sul metodo corruttivo – ex consigliere comunale a Bari, ritenuto come il “figlioccio” di Sandro Cataldo. Sia Lella che De Francesco, tuttavia, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Quanto al reddito di Cataldo gli investigatori avrebbero portato alla luce incongruenze tra quanto dichiarato e quanto in realtà posseduto tra case e ville di lusso, come un immobile con piscina a Polignano a Mare nello stesso complesso residenziale in cui c’era anche la villa di Giacomo Olivieri e Maria Carmen Lorusso, la coppia arrestata nell’ambito dell’inchiesta su presunti legami tra politica e mafia a Bari. Intrecci ed elementi tutti al vaglio degli investigatori. C’è attesa dunque per l’interrogatorio di Sandro Cataldo di lunedì anche se quest’ultimo, tramite il proprio legale, ha già respinto l’accusa di aver pagato qualcuno per ottenere voti.
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