Mancano appena due mesi alle prossime amministrative, che, come ha spiegato il ministro dell’Interno Piantedosi, si celebreranno e che chiameranno i cittadini di Bari alla scelta del sindaco che prenderà il posto di Antonio Decaro. Il tempo stringe e nel centrosinistra si naviga ancora in mare aperto, a suon di botta e risposta tra le parti. A fare da cornice le inchieste, al centro il campolargo saltato per volere del leader del M5S Giuseppe Conte che, dopo gli ennesimi arresti per voto di scambio che hanno riguardato il sindaco di Triggiano Antonio Donatelli e Sandro Cataldo, marito dell’assessore ai Trasporti, Anita Maurodinoia, anche lei indagata, dimessasi subito dopo, ha ritenuto non ci fossero più le condizioni per svolgere le primarie della coalizione che avrebbero decretato il candidato unico del centrosinistra: uno tra Michele Laforgia, indicato da La Convenzione e appoggiato dal M5S, e Vito Leccese, candidato del Partito Democratico. Proprio l’avvocato penalista nelle ultime ore ha indetto, in fretta e furia, una conferenza stampa in cui ha rimesso la sua candidatura a sindaco di Bari nelle mani dei partiti che lo sostengono, chiedendo che siano loro a decidere se ci sono ancora le condizioni per andare avanti. Nelle ultime ore da più parti è stato chiesto ai due candidati, – spiega Laforgia – di incontrarsi, di fare un passo indietro e, magari, di individuare un terzo uomo o una terza donna che eviti la spaccatura del centrosinistra alle ormai imminenti elezioni dell’8 e 9 giugno. “Una sciocchezza”, sostiene l’avvocato, che dice di non volersi ritirare a vita privata e di restare a disposizione: “È compito delle forze politiche”, aggiunge.
Non è tardata la risposta del candidato del PD Vito Leccese: “Spero che rimettersi nelle mani delle forze politiche che hanno fatto saltare le primarie di domenica non sia una ennesima perdita di tempo”, scrive Leccese in una nota, aggiungendo di non aver mai fatto accordi con Sud al Centro, il movimento fondato da Sandro Cataldo arrestato giovedì scorso per voto di scambio. “Ho incontrato alcuni referenti del movimento così come ha fatto Laforgia”, spiega. “Anzi, li ha incontrati prima lui che a differenza mia disponeva probabilmente di qualche informazione in più sull’inchiesta in corso”, continua Leccese.
Dopo la conferenza stampa di Laforgia, il coordinatore regionale del M5S Leonardo Donno ha fatto sapere, come del resto aveva fatto Conte qualche giorno fa a Bari e atteso nel capoluogo pugliese nelle prossime ore, di essere convintamente al fianco di Laforgia e di auspicare che ci possa essere una convergenza sul suo nome. La spaccatura nel centrosinistra, tra PD e M5S, ormai sembra evidente e, tra inchieste, arresti, tira e molla tra le parti, come finirà in vista dell’8 e il 9 giugno solo il tempo potrà dirlo.