Non sono mancate le reazioni alla decisione del consigliere regionale Stefano Lacatena di lasciare Forza Italia, di cui era anche capogruppo, per approdare in maggioranza, nelle fila della formazione civica “Con Emiliano”. Il Presidente della Regione lo ha definito “un chiaro esempio di come il governo regionale sia in grado di lavorare in maniera aperta, coinvolgendo quelli che condividono la logica della pubblica amministrazione in ragione di obiettivi comuni”. Drastica e di segno completamente opposto, invece, la reazione del consigliere regionale Pierluigi Lopalco che in seguito all’ingresso di Lacatena ha deciso di abbandonare la lista “Con Emiliano” passando al gruppo misto. Questa la sua lunga nota polemica:
“Lascio il gruppo CON perché non riesco davvero, neanche con la più grande buona volontà, ad accettare il trasformismo come una regola di governo. Populismo e trasformismo sono i mali della politica italiana che hanno allontanato sempre di più i cittadini dalla politica, minando le basi stesse della nostra democrazia. Capisco che il consenso sia importante per governare. Ma il consenso deve scaturire da azioni di buon governo. Non da continue manovre di Palazzo. La chiamano politica, ma è solo una imbarazzante e spregiudicata serie di manovre finalizzate ad aumentare la base elettorale. Mentre l’azione di governo, per forza di cose, si riduce ad azioni di piccolo cabotaggio e navigazione a vista. Perché non potrebbe essere altrimenti, visto che bisogna accontentare interessi che vanno in direzione contraria. Se nello stesso schieramento siedono persone che fino a ieri cantavano “Boia chi molla” o che fino all’altro ieri avrebbero giurato sulla Bibbia che Ruby era la nipote di Mubarak, come si fa a scrivere un programma di largo respiro? Come si fa ad avere visione politica?
Non posso arrendermi all’idea che la politica si riduca ad una perenne campagna elettorale, e men che meno ad una continua campagna acquisti. Purtroppo, non possono sedere nello stesso Gruppo consiliare l’ex assessore alla Sanità ed uno dei consiglieri che meno di un anno fa aveva firmato la mozione di sfiducia per le sue dimissioni.
Avevo abbracciato l’idea del civismo come una opportunità per il cittadino di mettersi in gioco. La lista civica ha senso quando chi ha delle competenze le mette a disposizione della comunità anche al di fuori di uno schema rigido di partito. Ma le liste civiche non possono diventare il carrozzone su cui salire alla bisogna e, soprattutto, non possono esaurire il loro ruolo in quello di una spregiudicata macchina elettorale.
Continuo a credere nella politica delle idee. Del consenso ottenuto con il buon governo e non con lo spostamento di pacchetti di voti”