Politica

Centri per l’autismo: la Regione potrebbe revocare i finanziamenti. Stop all’autorizzazione per la Fondazione Neurodiversità di Andria

Potrebbero essere revocati i finanziamenti per i centri di eccellenza per l’autismo che la Regione Puglia ha messo a bilancio meno di un anno fa e che stentano a decollare. Anche negli altri cinque capoluoghi pugliesi che hanno optato per una gestione pubblica del servizio, mentre il pasticcio più grande resta quello realizzato dalla ASL BT con l’indicazione della Fondazione per le Neurodiversità del fratello della sindaca Giovanna Bruno che, secondo quanto rivela la “Gazzetta” in un articolo a firma di Massimiliano Scagliarini, ha ricevuto esito negativo dalla conferenza dei servizi cui la Fondazione aveva chiesto di accedere ad una procedura semplificata: quella della ZES che però esclude le autorizzazioni in materia sanitaria. Peraltro, il suolo su cui la fondazione vorrebbe realizzare il centro per la cura dell’autismo, è stato concesso in diritto di superficie dal commissario prefettizio Tufariello, con i poteri del consiglio comunale, il 30 luglio del 2020 (pochi mesi prima che Giovanna Bruno diventasse sindaca) e con l’indicazione di realizzare la costruzione entro cinque anni che scadranno dunque tra pochi giorni. E questo è solo l’ultimo dei problemi in cui è incorsa la Fondazione, travolta dalle polemiche e da sottoscrizioni alla lettera di protesta, che sono seguite alla indicazione da parte della ASL BT. Che la procedura l’ha tenuta aperta per pochi giorni ed addirittura prima che fosse approvata la legge regionale che finanziava i centri di eccellenza. Una legge fortemente voluta dal consigliere regionale Caracciolo che per primo aveva svelato che l’indicazione della Asl era ricaduta sulla fondazione della famiglia Bruno proprio nei giorni in cui si facevano più intense le voci di un accordo elettorale tra la sindaca Bruno e il consigliere in vista delle elezioni regionali.

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