L’ex sindaco di Cerignola, Francesco Metta, è incandidabile. Così hanno deciso i giudici della Corte d’Appello di Bari, riuniti in Camera di Consiglio, ribaltando la sentenza di primo grado del Tribunale di Foggia che, lo scorso gennaio, aveva invece dato ragione all’ex primo cittadino, respingendo la richiesta di incandidabilità presentata dall’avvocatura dello Stato, dopo lo scioglimento del Comune ofantino per infiltrazioni mafiose.
La domanda di incandidabilità, notificata il 31 dicembre scorso, oltre a Metta, riguardava anche l’ex assessore Tommaso Bufano, sulla scorta della relazione presentata dal Ministero dell’Interno per richiedere il decreto di scioglimento per via dell’ingerenza della malavita locale nelle attività dell’amministrazione.
Stando alla decisone Corte d’Appello, dunque, Metta non potrebbe essere della partita alle prossime elezioni amministrative, in programma in autunno. Ma l’ex sindaco non ci sta e ribadisce l’intenzione di candidarsi alla carica di primo cittadino, annunciando il ricorso in Cassazione.
“Dal punto di vista elettorale non cambia nulla – ha commentato Metta – e la sentenza, non essendo definitiva, non impedisce la candidatura”.
Il pronunciamento della Suprema Corte, inoltre, potrebbe arrivare non prima di un anno, quindi ben oltre la chiamata alle urne, prevista per il mese di ottobre. Il paradosso sta nel fatto che se Metta dovesse essere eletto e poi la Cassazione dovesse confermare la sua incandidabilità, si arriverebbe all’immediato scioglimento del prossimo consiglio comunale.
In ogni caso l’ex primo cittadino è pronto a dare battaglia.